L’esperienza della parrocchia San Benedetto a Livorno
La parrocchia di S. Benedetto offre il servizio dell’oratorio estivo al quartiere da ormai molti anni. Questo progetto è partito dal nostro parroco Tomasz che, se non sbaglio, nel 2012 mise a disposizione i locali dell’oratorio per i bambini del quartiere e insieme a un gruppettino di ragazzi e di adulti volontari organizzò un vero e proprio oratorio estivo. Anche se molto piccola, ho avuto la fortuna di partecipare ad ogni oratorio sempre e solo come animatrice, dico fortuna perché ho visto mutare e crescere questo grande progetto che sento anche un po’ mio! I primi anni avevamo pochi bambini iscritti e non avevamo un tema che ci accompagnasse per tutta la durata dell’oratorio, avevamo i momenti di preghiera (sia cristiana che di altre religioni per rispetto di ogni bambino), i momenti di gioco, vari laboratori ma non una storia, non un filo conduttore che ci accompagnasse giorno dopo giorno. I numeri dei bambini e dei ragazzi iscritti inizia a crescere anno dopo anno e l’oratorio inizia a mutare. Nel 2014 don Tomasz propone di intraprendere i temi e le storie degli oratori estivi del FOM di Milano e da questo momento l’oratorio cambia in tutto e per tutto. Cresce anche il numero di animatori e questo ci aiuta a organizzare meglio ogni singola giornata! Storie, balli, preghiere, giochi, gruppi di riflessione! I bambini si divertono e imparano giocando, i ragazzi riflettono su temi improntati, gli animatori si mettono in gioco! Posso dire che la mia esperienza in tutti questi anni da Animatrice sia stata molto bella ed istruttiva! Adoravo svegliarmi presto per andare ad animare quei bambini che, anche se spesso mi facevano ammattire, mi riempivano il cuore di gioia! Non c’è niente di più bello dei loro sorrisi, dei loro abbracci, dei loro “ti voglio bene” o “sei la mia Animatrice preferita” sussurrato all’orecchio! La gioia nei loro occhi faceva dimenticare la fatica che ognuno di noi organizzatori aveva provato per far sì che tutto fosse perfetto, quei sorrisi ti facevano capire che tutto il nostro impegno era servito a qualcosa, quelle letterine e quei disegni lasciati nascosti dove tieni la borsa ti facevano capire che nonostante le brontolate che potevano ricevere quando combinavano qualcosa che non dovevano tu per loro rimanevi importante, rimanevi il punto di riferimento, colui o colei che cercano quando hanno bisogno di aiuto o hanno voglia di giocare! Fare l’animatrice mi è servito veramente tanto, come ho già detto prima, dopo pochi anni ho iniziato a sentire questo progetto anche un po’ mio e mi sono impegnata per portarlo avanti con tutte le mie forze! Non riesco ad immaginare un anno senza oratorio estivo, per questo spero con tutta me stessa che i nuovi giovani della parrocchia possano portare avanti questo grande progetto anche quando noi “vecchi animatori” non potremo più farlo, perché questo è veramente un grande servizio che la parrocchia offre alle famiglie del quartiere e spero veramente che tutto l’impegno messo in questi anni dal nostro parroco, da noi ragazzi e dagli adulti che si rendevano disponibili non sia stato vano! In ogni caso, il ricordo di tutti questi anni rimarrà ben impresso nel mio cuore come tutti i nomi dei ragazzi e dei bambini che ho incontrato e visto crescere! È bello vedere che a distanza di anni tanti di loro ti salutano da lontano per strada o ti corrono incontro per abbracciarti, questo vuol dire che abbiamo lasciato un segno e credo sia veramente una cosa bellissima.
Martina Cecioni
Vivere l’oratorio: l’esperienza alla parrocchia del Sacro Cuore Salesiani a Livorno
Oltre ad animare un gruppo di ragazzi del percorso di iniziazione cristiana, ho deciso di dedicare il mio tempo anche ad animare l’oratorio quotidiano. Ma cosa vuol dire animare nel quotidiano? Una possibile risposta potrebbe essere: Mettersi a servizio dei ragazzi per aiutarli a crescere, trasmettendo loro il “principio” della vita, servire gli altri perché li sento importanti. Cosa significa? Significa sostanzialmente educarLi e educarCi ad essere “Buoni cristiani, onesti cittadini e futuri abitatori del cielo”. Con questa frase San Giovanni Bosco ci insegna come educare i ragazzi, sia nei vari percorsi di iniziazione cristiana sia, in modo più continuativo, nel quotidiano dell’oratorio. “Ma i ragazzi che vengono all’oratorio non tutti sono cristiani”. Vero, ma come cristiani abbiamo il dovere di accogliere le diversità dei ragazzi, di tutti i tipi: razziale, religiosa, culturale, sociale, economica… Ricordandoci che l’obiettivo finale è il paradiso, essere felici con Dio. Come mettere dunque in pratica le prime due espressioni? Parto dalla seconda che è più semplice: Educare ad essere buoni cittadini vuol dire fare le azioni che svolgiamo quotidianamente con allegria: studiare, giocare, rispettare le regole, scherzare con gli amici… Facendolo con allegria. La prima espressione è un po’ più spinosa: dobbiamo educare i ragazzi all’essere buoni cristiani non a parole, ma con tutte quelle piccole azioni quotidiane che facciamo a modello di quello che Gesù ci ha insegnato. Potremmo dire “Testimoniamo per quello che siamo “. L’animatore non può scindere il proprio servizio dalla sua fede. Sono due cose che vanno in parallelo tra loro. Nel nostro DNA di cristiani sono radicati l’aiuto per il prossimo e la fede. Per poter mettere in pratica queste cose dobbiamo ESSERE Animatori e non FARE gli Animatori. Perché essere animatore vuol dire che la tua esperienza quotidiana non è circoscritta allo stare in oratorio, ma si allarga h24, 7 giorni su 7.
Possiamo dunque rappresentare con qualche parola l’identikit dell’animatore dell’oratorio. Deve essere: Allegro, “uno che non molla mai”, un educatore, coerente, responsabile, entusiasta, innamorato di Cristo, un buon ascoltatore, ma soprattutto umile a modello, come dicevamo prima, di Gesù.
Dunque, non scoraggiamoci leggendo tutti questi aggettivi, perché l’essere animatore non è una cosa che succede da un giorno ad un altro, ma dobbiamo continuamente educarCi ad essere anche noi in primis “Buoni cristiani, onesti cittadini e futuri abitatori del cielo”.
Giorgio Ciccotelli