Incontrare Cristo? Come mostrare le proprie nike nuove

shema2I giovani vanno ascoltati di più. Non solo perché hanno cose straordinarie da dire, ma hanno anche una straordinaria originalità, con modi che rimandano alla schiettezza, all’autenticità, alla fantasia, al non preoccuparsi del giudizio. A volte, la loro assoluta mancanza di ipocrisia li assimila ai “piccoli” amati da Gesù e li rende teneramente amabili e straordinariamente interessanti.

L’occasione si è presentata quando il Preside ha autorizzato nella scuola il progetto “dona cibo”. Si trattava di una iniziativa di sensibilizzazione per la raccolta di alimenti a lunga conservazione da distribuire a fine mese alle famiglie bisognose della città. Francamente non credo che il nostro Dirigente fosse a piena conoscenza di come si sarebbero mossi gli incaricati del progetto, e credo che qualche mio collega particolarmente avverso all’insegnamento della religione nelle scuole avrebbero trovato di che scandalizzarsi, ma per me è stata una sorpresa. Devo ammetterlo, una piacevole sorpresa!

Gli incaricati del progetto erano giovani che avevano da poco terminato le superiori. Tutta gente dai diciannove ai ventisei anni. Ben presto la raccolta di cibo si era rivelata un pretesto, perché quei ragazzi avevano impiegato la gran parte del tempo a loro disposizione per spiegare cosa li avesse spinti a questa iniziativa: “andiamo verso gli altri perché Qualcuno è venuto verso di noi”. In altre parole dei giovani stavano testimoniando ad altri ragazzi quasi loro coetanei, che avevano incontrato Dio nella loro vita e che questa era cambiata e ora non potevano che andare verso il prossimo. Devo dire che mi è capitato spesso di assistere a testimonianze di conversione o di ritrovata vita di fede, ma quello che mi ha colpito, e che voglio comunicare anche ai lettori, è la modalità, il linguaggio, la lunghezza d’onda di questa testimonianza.

AVER INCONTRATO IL SIGNORE E’ COME MOSTRARE CON ORGOGLIO LE NIKE NUOVE

Avevo avuto la felice intuizione, di farmi da parte e quindi avevo fatto entrare in classe i ragazzi del “dona cibo” e avevo semplicemente introdotto l’incontro chiedendo alla classe di sentire cosa avevano da dire. Poi mi ero andato a shemasedere all’ultimo banco, lasciando a loro la cattedra e piena libertà di impostazione per la presentazione del progetto.

Straordinario, impagabile e di grande insegnamento l’assistere a quei modi e ascoltare quelle testimonianze. Quale sincerità, quale freschezza, quali approcci innovativi! Ben presto ero rimasto affascinato da quei tipi. Perché erano tutto il contrario di ogni stereotipo. Il primo che aveva parlato era un ragazzo bassetto, cicciotello, con l’orecchino, studente universitario di informatica. Si era seduto sulla cattedra e parlava con i miei alunni come fanno tra loro i ragazzi in piazzetta seduti sugli schienali delle panchine, senza alzare la voce, e senza preoccuparsi troppo se qualcun altro stesse chiacchierando girato da un’altra parte. “ Ragazzi, vi sono venuto a dire che la mia vita scorreva via liscia, tra bevute e videogiochi. Poi un giorno ho trovato Qualcuno che mi ha guardato con gli occhi della misericordia, cioè un giorno qualcuno mi ha parlato di Dio e mi ha detto vieni anche tu nel nostro gruppo, ma non mi aveva detto che c’era anche da pregare, altrimenti col cavolo che ci sarei andato,  mi avevano solo parlato di un campeggio un po’ particolare. Amici, non ci crederete, ma alla fine di quel campeggio, dove pregavamo ogni giorno, io mi sono messo a piangere perché non avrei voluto che finisse mai. Ho incontrato il Signore e ora non posso stare zitto, voglio dirlo a tutti, perché è come quando uno fa orgogliosamente vedere le sue scarpe Nike nuove: è una cosa bella che voglio dire a tutti!”.

IL CRISTIANESIMO NON E’ UNA COSA DA SFIGATI, MA E’ COME UN ABBRACCIO

shema 3Mentre io strabuzzavo gli occhi dalla sorpresa, i miei alunni per la verità non ne rimasero particolarmente colpiti, anzi, probabilmente consideravano quello strano ragazzo un po’ esaltato, ma la cosa straordinaria era stata che questo, con i suoi amici, non si erano scoraggiati affatto, e anzi non preoccupandosi minimamente dei loro sguardi di perplessità, li avevano incalzati chiedendo loro se non credevano che fosse bello sentirsi tanto amati da qualcuno. E avevano cominciato a chiedere: ma tu sei felice? Sai ascoltare il tuo cuore? Pensi che sia una cosa tanto normale che ti venga a dire che l’amore di Dio ti può cambiare?

Pian piano la discussione si accendeva, prendeva vita e le domande si facevano serie, sempre più interessate. Ecco allora che qualcuno chiedeva cosa significasse per loro l’incontro con Gesù. “Il cristianesimo non è una cosa da sfigati, ma è come un abbraccio” aveva risposto un ragazzo di ventitre anni, “…e ora che ho incontrato Gesù, ho capito cosa voglio nella vita e ho chiesto alla mia ragazza se mi vuole sposare, e non perché sono impazzito, ma perché ho cominciato a capire cos’è l’amore”. Anche un altro aveva testimoniano il cambio di vita e con una semplicità disarmante stava raccontando che adesso non poteva fare più a meno di andare alla Messa, cosa questa che aveva suscitato il disgusto ironico generale, ma lui aveva ribadito: amici, sapete perché mi comporto così? Perchè ho capito che io non sono le mie cazzate, ma un bisogno infinito di amore. E così aveva costretto i ragazzi a prenderlo sul serio.

“DAI  DIAMANTI NON NASCE NIENTE, DAL LETAME NASCONO I FIOR”

Li avevo osservati compiaciuto, e ripetevo dentro di me “grazie a Dio , grazie a Dio” ed ero molto meravigliato di queste testimonianze perché mi trovavo in una città tradizionalmente di cultura anarchica e anticlericale e mi venivano in mente le parole di De Andrè “dai diamanti non nasce niente… dal letame nascono i fior”.

Quella lezione, che non feci io, è stata una lezione anche per me. Ho capito che la fiducia nei giovani non deve mai venire meno, e che noi adulti, ogni tanto, dovremmo ascoltarli di più.