Donare o fare un regalo?

organ-donation1*di Luigi Cioni*
E’ il compleanno di Marco e Anna è alle prese con il problema del regalo (i nomi sono ovviamente inventati). La loro è una relazione complicata, per adesso sono amici, molto amici e anche se non escludono che il tutto si possa evolvere in maggiore intimità nessuno dei due vuole forzare la situazione. Il tempo mostrerà ciò che potrà nascere. Nel frattempo però il nodo non si scioglie. Come mostrare tutto questo in un dono di compleanno? Come dire molto senza far nascere dei fraintendimenti? Ma, allo stesso tempo, come far capire tutto l’affetto che Anna prova per Marco? Sappiamo tutti che non è il valore intrinseco del regalo che lo rende prezioso, significativo, in una parola che lo rende dono. Anna allora va in un negozio di dolciumi, compra delle caramelle sfuse, poi si tuffa nel computer, ne estrae tutte le foto che la ritraggono con Marco e che rappresentano il loro vissuto, i momenti più belli che hanno trascorso insieme, le esperienze che li hanno resi ciò che sono; le stampa piccolissime e ne fa degli incarti di caramelle. Quelle caramelle saranno il suo dono per il compleanno di Marco.

Ci sono quelli che danno poco del molto che hanno e lo danno per ottenerne riconoscenza; e il loro segreto desiderio guasta i loro doni. E ci sono quelli che hanno poco e danno tutto: sono proprio loro quelli che credono nella vita, e nella generosità della vita, e il loro scrigno non è mai vuoto. Ci sono quelli che danno con gioia, e quella gioia è la loro ricompensa. E ci sono quelli che danno con dolore e questo dolore è il loro battesimo. K.Gibran
Ci sono quelli che danno poco del molto che hanno e lo danno per ottenerne riconoscenza; e il loro segreto desiderio guasta i loro doni. E ci sono quelli che hanno poco e danno tutto: sono proprio loro quelli che credono nella vita, e nella generosità della vita, e il loro scrigno non è mai vuoto. Ci sono quelli che danno con gioia, e quella gioia è la loro ricompensa. E ci sono quelli che danno con dolore e questo dolore è il loro battesimo. K.Gibran

Anna non ha fatto un regalo! Anna ha donato, se stessa, la sua storia, le sue sensazioni e le sue emozioni. Ha detto ciò che Marco rappresenta per sè e per la sua vita interiore. Un dono! Ecco ciò che costituisce lo spunto per la nostra riflessione; la parola di questo mese. Moltissime sono le risonanze che questo breve aneddoto potrebbe far nascere nella nostra mente: dal fatto banale che quando Anna darà il suo regalo a Marco e vedrà nei suoi occhi che lui ha capito ciò che lei voleva dire, il suo animo si riempirà di una gioia così totale da renderla imparagonabile a qualsiasi felicità per un regalo ricevuto, anche il più prezioso. Volendo essere sintetici è, per così dire, la dimostrazione antropologica dell’evangelico E’ meglio dare che ricevere!

Ascolta Joe Bonamassa I’ll play bues for you https://www.youtube.com/watch?v=qoX0Olfqziw

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Prego per voi, perché possiate conservare nei vostri cuori la gioia di amare Dio, la gioia dell’amore e della bontà, e di condividere questa gioia con tutti quelli con i quali vi trovate, con le persone che lavorano al vostro fianco, davanti a tutti i membri della vostra stessa famiglia. Quello che importa non è la quantità del dono, bensì l’intensità dell’amore con cui lo diamo. Madre Teresa

Ma oltre a questo a nessuno sfugge neppure la duplicità di significato che a questa parola normalmente attribuiamo: fare un dono, oppure avere (o aver ricevuto) un dono mostrano le due facce della relazione oblativa; c’è chi ha un dono, o, come detto, lo riceve o lo ha ricevuto, e chi lo fa, lo offre, lo mette a disposizione di altri. La Bibbia ce lo descrive utilizzando la parola greca, passata letteralmente in italiano, di carisma. E se anche in italiano la parola carisma descrive spesso un dono ricevuto e che ciascuno di noi (speriamo!) si trova ad avere nella sua interiorità, il testo biblico ci fa passare immediatamente da ciò che possediamo a ciò che possiamo donare, mettere a disposizione. Con la consapevolezza quindi che ciò che rende prezioso ciò che abbiamo ricevuto (gratis! Non dimentichiamo) non può rimanere patrimonio esclusivo, ma solo messo in comune, regalato, donato per la gioia di tutti. Noi compresi; perché ciò che il Signore ci ha comunicato, e che forse nessuna sapienza umana avrebbe mai potuto concepire, è che quanto più diamo, tanto più possediamo, quanto più doniamo,tanto più diventiamo ricchi, quanto più ci abbassiamo, tanto più avremo la gioia della possibilità, se non del potere. Credo che tutti noi abbiamo fatto esperienze dl genere, sappiamo con la nostra testa che tutto questo è vero. Eppure il nostro egoismo spesso prevale, diventiamo tirchi, sapendo, ma non volendo ammettere, che così diventiamo tirchi con noi stessi, ci neghiamo le gioie più autentiche, rendiamo la nostra vita gretta e meschina, priva di quella gratuità che illumina ogni cosa, anche le nostre, forse piccole, esistenze. Un film recente mostra benissimo tutto questo processo La corrispondenza di G.Tornatore. E’ una lunga storia di dono d’amore, in una situazione anche complicata e per certi versi irregolare, ma evocativa e emozionante; fortemente rivelativa dei processi del dono di sé

Troppo spesso si confonde il regalo con il dono. Troppo spesso si pensa che questi due termini siano sinonimi. Invece c’è qualcosa che li differenzia radicalmente: il regalo è trovare qualcosa con cui mostrare la propria presenza, far vedere che abbiamo pensato ad un nostro amico o parente, per festeggiare con lui e con gli altri una ricorrenza o una festa. Il dono invece è qualcosa di più; è regalare se stessi; è mettere nelle mani ( e si spera anche nel cuore) di altri la propria felicità e la propria esistenza. Detto così sembra una azione totalmente disinteressata e invece tutti noi sappiamo ed abbiamo provato che è meglio dare che ricevere!