Educare le persone ad essere aperte

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Non dobbiamo avere paura di aprire le nostre porte, né temere il progresso culturale

*di don Gianfranco Calabrese*
Non esiste la persona fuori dal mondo
Se si mette al centro dell’evento educativo la persona e il suo sviluppo psico-fisico e spirituale, si deve avere una particolare attenzione all’educazione dell’adolescente e del giovane nell’ambiente e nel mondo che lo circonda e dentro il quale vive e agisce. È necessario educare e formare sempre la persona nella relazione con gli altri e con il mondo, con la creazione e con il cosmo. Una persona cresce se resta aperta di mente e di cuore, capace di stupirsi, di  osservare e di apprezzare  ciò che lo circonda e di godere della vita e della natura . Non dobbiamo avere paura di aprire le porte della nostre chiese, delle nostre sacrestie e delle  sale dove si svolgono le nostre riunioni , per educare a correre sulle strade del mondo, per far conoscere la creazione, l’umanità sofferente,  la bellezza e la musica della vita, per far ascoltare  i lamenti degli uomini che abitano il nostro meraviglioso e drammatico pianeta. Non si deve temere il progresso culturale, scientifico e tecnologico. Infatti non è la scienza che rovina l’uomo, ma  la sete di denaro, di potere e di dominio assoluto dell’uomo può macchiare la bellezza, la verità e la bontà delle sue opere . Infatti, è proprio nel cuore dell’uomo che albergano i più pericolosi sentimenti che possono rovinare la creazione : la cupidigia, la violenza, l’odio …

 

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Solo se si esce e si apre il cuore si può educare

Educare il cuore per migliorare lo sguardo

Non bisogna lasciarsi ingannare dalla falsa  e pericolosa illusione  che gli adolescenti devono essere protetti e custoditi dal mondo, perchè non si cresce nel chiuso di un laboratorio asettico, ma sulla strada. Ciò che vale non è allontanare, ma educare il cuore nella realtà e nella consapevolezza che solo nella lotta maturano le scelte e si formano le persone. È essenziale educare il cuore all’amore di Dio e del prossimo. Per questo uscire significa andare lungo la strada che scende da Gerusalemme a Gerico e non passare oltre, né dall’altra parte, perchè non si ha timore di incontrare il fratello che tende la mano o pone le vere domande della vita. Dio stesso non ha avuto paura di farsi pellegrino e viandante per rispondere alle sfide e alle domande di ogni uomo e piegarsi per ascoltare, ungere, curare, prendere su di sé e condurre nella locanda dove si può offrire un po’ di ospitalità e di conforto. Per far questo Egli ha pagato con il suo amore il prezzo dell’uscire e dell’accogliere gli altri come sono e non come dovrebbero essere. Quest’atteggiamento divino ci ha permesso di conoscere il cuore di Dio: avendo amato i suoi, li amò sino alla fine. Solo se si esce e si apre il cuore  all’altro si può manifestare, educare e rivelare la profondità dell’amore che abita il segreto del cuore di Dio e dei nostri ragazzi.

Uscire per incontrare gli uomini in Dio e Dio negli uomini

Uscire senza paura e con gioia dai nostri ripetitivi programmi sclerotizzati, dalle nostre sicurezze dogmatiche e dalla cultura del venire a riunione, serve a liberare gli adolescenti e i giovani dal timore degli altri e dei loro coetanei e serve a spezzare il circolo chiuso dei gruppi autoreferenziali e iper-protettivi. E’ necessario  stare in mezzo ai compagni a scuola, al lavoro, nello sport , nonostante la fatica delle  dipendenze che legano drammaticamente molti ragazzi  contemporanei. I cristiani non fuggono i problemi della vita, ma vivono la lotta per la liberazione come un cammino insieme sotto la guida di Cristo e del Vangelo e nella forza dello Spirito Santo. Gli animatori del gruppo degli adolescenti e dei giovani devono avere la testa in cielo e i piedi ben radicati sulla terra, se vogliono educare a divenire testimoni della risurrezione di Colui che ha dato la vita per la salvezza di tutti gli uomini. I discepoli del Signore non cercano la tranquillità della casa calda e protetta, ma la polvere della strada e il freddo del cammino. I cristiani non fuggono il mondo. Anche se non sono del mondo, cercano la libertà e la salvezza nel tempo Essi sono radicati nel mondo di Dio, nel suo amore, amano il mondo degli uomini e in Lui tutti coloro che la provvidenza pone sul cammino della vita.

Sapersi stupire, nonostante le difficoltà e la lotta

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ascolta la canzone Buon viaggio di Cesare Cremonini  https://www.youtube.com/watch?v=1pRPXIC4Vtk

L’animatore del gruppo deve essere il primo che sa stupirsi e gioire nella fatica della lotta e nelle difficoltà del mondo presente. In questo modo sarà capace di far scoprire ai ragazzi e ai giovani, con realismo e senza ingenuità, il bello, il buono e il vero  della  vita . Tutto è un dono di Dio. Egli semina nei solchi della storia i carismi e le meravigliose  possibilità  che possono rendere più bello l’ambiente che ci circonda e la fraternità umana. Lasciarsi guidare dalla vita degli adolescenti, senza pregiudizi e con fiducia, significa convertirsi e credere che le loro potenzialità potranno fiorire in quanto doni di Dio. La primavera dell’adolescenza e della giovinezza fa finire l’inverno e l’autunno di chi pensa che tutto è perso e che il freddo ha ucciso la vita e il bene. Se si esce dai nostri pregiudizi e si osserva la vita quotidiana, ci si accorge che ci sono, insieme ai segni della crisi,  i segni della speranza e del Cristo nella storia, che continua ad operare nel suo Spirito. L’animatore del gruppo adolescenti e giovani educa i ragazzi a guardare fuori dalle finestre della sala delle riunioni  e come il profeta a saper osservare il mandorlo fiorito: Geremia 1, 11-2. Occorre uscire per condividere la gioia della vita con coloro che sono credenti , con coloro che lottano per vivere e per credere e con coloro che non credono, ma cercano di amare. Tutti sull’unica carovana che tra le soste, le buche, le corse e le ricadute , viaggia verso la meta, che è uscire da noi per entrare nel cuore di Dio, alla fine del nostro stupendo viaggio.

SAPERSI STUPIRE
L’animatore deve essere il primo che sa stupirsi e gioire anche nella fatica e nelle difficoltà. A volte occorre lasciarsi guidare dalla vita degli adolescenti, senza pregiudizi e credere alle loro potenzialità, perché essi sono doni di Dio e in quanto tali possono fiorire quando meno ce lo aspettiamo. L’animatore dovrà insegnare anche ai ragazzi questa capacità di guardare fuori…