Quando l’amore si complica

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…un maschietto una femminuccia, una femminuccia un maschietto. L’attrattiva è questa. E ognuno guarda le diversità…

*di don Mario Simula*
Che strana sensazione …
Giorgio, non ce l’ho con te. Anzi. Mi sei simpatico e ti ammiro per il coraggio di essere animatore (giovane!) di adolescenti.
Ho notato che, da un po’ di tempo, Eufemia e Nicoletta si guardano con occhi da triglia, vuol dire “intriganti”. Mano nella mano, intrecciate, si riconoscono soltanto loro due. Le altre amiche e gli amici hanno perso colore.
Stanno bene insieme. Una scossa emotiva le attraversa. Quando si salutano sembrano due innamoratine alle prime armi. Si sentono “tenere”. Si abbracciano e si baciano una e due volte e anche tre. “Ciao Eu, ciao Nic”. Si separano guardando indietro, fino a quando l’angolo della strada non le nasconda.

Sorridono felici tra sé e sé. Il primo cuoricino che balbetta nel cellulare. Poi si anima di vibrazioni elettriche.

A casa. “Finalmente sei ritornata”, urla mamma, ignara. “Questa figlia tua, ha ritrovato la strada dell’albergo”, protesta babbo.

Stessa musica in due case. Nic si chiude in camera. Eu si chiude in bagno. WhatsApp  a ritmo serrato. Dichiarazioni di amore. Qualcosa sta nascendo.

Se ti fanno la domanda a bruciapelo
Giorgio rischia di rimanere bruciato. Non ha ancora messo nel conto questo quesito micidiale ed esplosivo: “Se io Eufemia (Eu) voglio bene a Nic cosa devo fare?”. E sì! La domanda arriva, come una bomba d’acqua. Senza far nomi. Ma senza far mistero sui nomi.

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Un bagaglio misterioso di ingredienti dentro un corpo indecifrabile

Michele non si fa pregare, come se la cosa lo interessasse direttamente: “Per me quando due persone si vogliono bene: due ragazzi, due ragazze … che male c’è?”. Tutto semplice per lui. A Michele piacciono le ragazze, da morirne. E solo le ragazze! Ma Lui è liberale, aperto.
“Ognuno è fatto come è fatto. Se si sente così …!”, incalza Angelino.

“Basta, basta, ragazzi”, urla Giorgio appena si accorge che la conversazione sta per prendere una brutta piega. Per lui!

Che ne sa, lui. Questi cannibali se lo vogliono pappare in un boccone. Meglio andare verso la conclusione. “Ragazzi, giovedì prossimo riprendiamo l’argomento”. “No, no. Adesso che avevamo iniziato”. “Basta. Non facciamo storie. A giovedì. Adesso devo andare”.

Giorgio, per questa volta se l’è scampata. Ma giovedì prossimo?

Quando l’amore è “omo”
Un maschietto una femminuccia, una femminuccia un maschietto. L’attrattiva è questa. E ognuno guarda le diversità. Che “figheria”! Che forme! I fianchi: non se ne parla. Gli occhi, i cappelli, le mani lisce, la pelle invitante. Eppure mi piace lui anche se è un maschietto come me. Mi piace lei anche se siamo tutte e due femminucce. Scherzi dell’amore!

Rear view of a young male couple holding each other

Però è strano, se ci penso. Ancora una volta tra due lui e tra due lei piace la differenza. Perché uno ha un ruolo molto amabile e tenero, l’altro è più intraprendente e forse aggressivo, senza esagerare. Uno accetta le tenerezze, l’altro è più attivo e forte nel regalarle. Due modi per dirsi “ti amo”, anche se sono lui e lui, lei e lei.

Cosa è avvenuto?

Noi abbiamo un bagaglio misterioso di ingredienti dentro un corpo stupendo e indecifrabile. A volte si nasce fatti in modo tale che ti piace un maschietto come sono io e non una femminuccia diversa da me.

Qualche volta ci mette lo zampino l’educazione.

Maschi e femmina si nasce, con tutte le differenze, visibili, chiare. A diventare maschio e femmina si impara da una mamma che ama essere donna, si piace come donna, sa svolgere il suo compito di donna.

Happy Valentine's DaySi impara da un papà che sa essere maschio, conosce le sue caratteristiche, le affina, le rende belle e amabili. Si impara da un papà e da una mamma che sanno amarsi così come sono e sono felici di quello che sono e riescono a dirselo e a manifestarlo.

Cosa farà, senza nemmeno accorgersi il bambino che cresce? Se è un maschietto guarderà con attenzione come è il padre. Lo imita, lo guarda con orgoglio, vuole essere come lui. D’altra parte papà sta proprio bene con la mamma. Si cercano, si accarezzano; ha notato che con naturalezza si baciano e si abbracciano.

“Voglio essere un bel maschietto come mio padre”.

Se è una femminuccia scoprirà un po’ alla volta la bellezza della mamma. Il suo volto dolce. I suoi tratti delicati e generosi. Il suo bisogno continuo di donarsi. Vede come accetta di essere guardata con piacere e con rispetto da papà. E’ felice quando arrivando a casa diventa subito la persona più cercata, da accogliere in una stretta fortissima. Si accorge che papà le fa tanti complimenti semplici ma molto affettuosi e la cerca con gli occhi, con il desiderio, con l’affetto, con i gesti.

“Voglio essere una meravigliosa femminuccia come mamma”.

Se questo non avviene, in quella casa i figli sperimentano “la confusione”. Non capiscono niente: cosa debba fare papà maschio, che cosa debba fare mamma femminuccia.

“Chi devo guardare? Chi devo imitare? Come faccio a crescere?”. Un bell’affare. Sarò mai un maschietto di valore? Sarò mai una femminuccia deliziosa?

Young couple at sunset.
La sfida dell’amore è sempre un rischio senza paracadute. Ma Dio è Amore e ci tiene che noi non ci facciamo male. Lo vedi guardare dietro le Quinte, come un suggeritore che non ama vederti sbagliare. Accetta questa sfida e buttati!

Che genitore sei
C’è un momento nella vita di ogni ragazzo nel quale il suo orientamento verso la fisionomia della sessualità non è ben definito. Resta vago. E’ come se fosse guidato da una bussola che vede i punti cardinali sfasati.

La soluzione dello smarrimento e dell’incertezza, l’orientamento chiaro verso l’essere maschio o femmina dipende molto dalla qualità della vita di coppia dei genitori.

Sono i genitori che devono imparare ad amarsi nel modo più maturo possibile. Con gioia. Con disponibilità, con apertura dell’uno verso l’altro. Pronti al dono reciproco.  Capaci di amarsi e di onorarsi. Architetti creativi e impegnati del loro progetto di vita. Sempre decisi a riprendere in mano le loro esistenze intrecciate da una promessa e da un impegno e rese stabili da un amore saldo che non teme la fatica quotidiana, la sofferenza, le incomprensioni. Una coppia che elabora ogni giorno atteggiamenti di perdono, di pazienza, di dialogo.

Una vita coniugale vissuta con questi valori, diventa peri figli in ricerca, la risposta più credibile, sicura e rassicurante.

Voi genitori, vi chiedete mai che cosa significhi per i vostri figli la rivoluzione ormonale, caratteriale, affettiva, emotiva che ad un certo momento della loro vita li sconvolge.

Non ve ne parlano perché voi non gliene date l’opportunità e perché avete paura delle domande che vi metterebbero.

Guardate, osservate, incuriositevi per i cambiamenti dei vostri figli. State all’erta per cogliere parole e sensazioni. Tenetevi pronti ad ascoltarli, con serenità e gioia.

Intanto amatevi tra voi da adulti, in ogni momento, con bellezza di atteggiamenti, con la freschezza di una scelta che vi soddisfa.

maxresdefaultGiorgio, che grana, tra capo e collo!
Sta’ sereno, Giorgio. Non spetta a te affrontare con i genitori dei ragazzi questo problema. C’è un don nella tua parrocchia? Tiralo in ballo. Purché sia uno intelligente, senza paraocchi, senza complessi. Chiedi a lui che ti insegni, provando, ad affrontare un tema così caldo e urgente. Imparerai anche tu come fare una prossima volta. Magari l’anno prossimo.

Intanto voglio dirti sottovoce che ho saputo che fili con Donatella. E’ una notizia meravigliosa. Allenati già da adesso ad un amore giovane e bello. Chiedi al tuo amico Gesù come si impara ad amare bene. Anche tu puoi fare la tua parte perché i terribili del giovedì siano felici di essere maschietti straordinari e leggiadre femminucce.

E con Nic ed Eu sii buono, delicato, vicino. L’amore di qualità sa accogliere la loro vita.

don Mario
Scialuppa a mare per giovani educatori in affanno

 

linguistics1PRIMA O POI
Prima o poi ci inciampi nella domanda e nella realtà di ragazzi che vivono una propensione o un’esperienza di omosessualità. 1. Non morirne; 2. Informati con verità e intelligenza; 3. Impara a parlarne con serenità e saggezza; 4. Armati di amore e di accoglienza; 5. Non imbarcarti dentro una questione così delicata da solo; 6. Cer
ca il sostegno e l’aiuto diretto del prete; 7. Non trascurare i genitori dei ragazzi che non sanno che pesci prendere; 8. E poi: via! Gesù è il nostro timoniere. Quando essere educatore vuol dire generare ogni giorno figli d’altri! Ma tant’è…