Come vorrei che nascesse un’alleanza tra il tuo amore e il mio

Dio ci viene a cercare!  Ci viene a chiedere  “dove sei?”  non perché non lo sappia, ma perché vuole farci riflettere su dove siamo arrivati nel nostro cammino, che potrebbe essere di amore e unione e che diventa, nel peccato, paura e sospetto.
Dio ci viene a cercare!
Ci viene a chiedere
“dove sei?”
non perché non lo sappia, ma perché vuole farci riflettere su dove siamo arrivati nel nostro cammino, che potrebbe essere di amore e unione e che diventa, nel peccato, paura e sospetto.

*di Luigi Cioni*
Un uomo e una donna, anzi un ragazzo e una ragazza, quasi indistinguibili benchè nudi, che si avviano, dolorosamente, ma quasi serenamente verso “il fuori”, verso l’ignoto, mentre il nostro, il conosciuto, il dentro, è loro precluso dal serpente che li aveva invogliati a disobbedire, blandendoli con la promessa di diventare come Dio. Comprendiamo tutti che stiamo parlando di Adamo ed Eva, e, nel dettaglio, di Adamo ed Eva dopo il peccato. Proprio su questa parola, o meglio su questa dura realtà vorrei cercare di meditare; di questo aspetto del nostro essere, che è talmente correlato alla nostra quotidianità da apparire quasi scontato. Ci troviamo quasi ad essere meravigliati di non averlo incontrato prima durante i nostri itinerari e pellegrinaggi nella vita spirituale.
Nella nostra disamina del concetto di relazione e degli aspetti ad esso correlati però non poteva tardare a lungo ad apparire anche questa dimensione, che alla relazione è intimamente correlata.
E proprio nella nudità dei corpi che questo ci viene rivelato.
Nella nostra società, spesso inutilmente libertaria, o eccessivamente moralista, rischiamo di interpretare male anche la rivelazione della Bibbia.

Gen 2,25
Tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, e non provavano vergogna.

Gen 3,7
Conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture

Adamo ed Eva sono nudi e non provano vergogna. Dopo il peccato, la loro prima reazione è quella di coprirsi (e questo ha spinto molti a far dire al testo che il peccato originale fosse un peccato sessuale, dimenticando che Dio stesso, poche righe prima, ha indicato l’unione sessuale come la dimensione propria della coppia).
In realtà il sesso in queste espressioni non c’entra proprio nulla. Adamo ed Eva sono nudi, sono evidenti, sono

OGNI VOLTA DALL’INIZIO  C’è un’armonia che va oltre noi e la nostra natura, un’armonia che ci lega indissolubilmente a Dio. Se riuscissimo ad individuare la bellezza di ogni essere umano, al di la delle differenze, potremmo scoprire questa alleanza tra noi e il Creatore. Basta mettere l’amore al di sopra di tutto. Stare uno difronte all’altro senza trucchi non è facile, eppure amare significa anche passare sopra i difetti.
OGNI VOLTA DALL’INIZIO
C’è un’armonia che va oltre noi e la nostra natura, un’armonia che ci lega indissolubilmente a Dio. Se riuscissimo ad individuare la bellezza di ogni essere umano, al di la delle differenze, potremmo scoprire questa alleanza tra noi e il Creatore. Basta mettere l’amore al di sopra di tutto. Stare uno difronte all’altro senza trucchi non è facile, eppure amare significa anche passare sopra i difetti.

davanti all’altro e a Dio così come sono, senza nascondimenti, senza trucchi o vestiti tesi a coprire i difetti.
E non si vergognano! Non hanno bisogno di mascherarsi, non hanno bisogno di nascondere i loro limiti! Li conoscono, sanno che altri li vedono, ma li accettano e, al contempo, si fidano. Sanno che l’altro non li userà per offendere o prevaricare, sanno che l’altro (e l’Altro) sapranno amare anche quelli. Sapranno che un difetto non farà scomparire la tenerezza. Possiamo proprio dire che la loro relazione è solida! Esiste un’armonia che sembra indistruttibile; armonia tra la coppia, tra loro e Dio, tra loro e la natura circostante (non mangiano carne per cui neppure per gli animali esiste la morte). Ed invece basta così poco!
Basta che ciascuno di noi abbia qualcosa di cui vergognarsi, qualcosa da nascondere, qualcosa che costituisce una scelta ingiusta, un peccato, e la prima cosa che accade è una frattura.
Frattura tra noi e gli altri, tra noi e Dio, tra noi e la natura. Tra noi e noi stessi; ci vergogniamo di ciò che siamo, e soprattutto dei nostri limiti e dei nostri difetti. Non ci fidiamo più!
Certo che Dio ci viene a cercare! Ci viene a chiedere “dove sei?” non perché non lo sappia, ma perché vuole farci riflettere su dove siamo arrivati nel nostro cammino, che potrebbe essere di amore e unione e che diventa, nel peccato, paura e sospetto.

https://www.youtube.com/watch?v=NU5FPAR7ass
https://www.youtube.com/watch?v=NU5FPAR7ass

Ancora una volta ci viene in aiuto Leonard Cohen, (che ho spesso citato in queste pagine, ma, come dico spesso, ognuno di noi ha la sua storia e le sue frequentazioni, per non dire “la sua età”).
Nel suo disco di addio esiste un brano intitolato Treaty; i riferimenti biblici si sprecano, dall’Antico e dal Nuovo Testamento, ma una sua espressione mi sembra indispensabile al nostro procedere. Una immagine di come ci sentiamo quando il nostro io è dominato dal peccato: “Soltanto uno di noi due era vero – ed ero io”.
Ma la conclusione di tutta questa analisi, che vorrebbe essere biblica e spirituale allo stesso tempo, come pure della canzone, è una sola:
“come vorrei che nascesse un’alleanza, tra il tuo amore e il mio”.
Anche Dio fa così! Riparte da capo, con Noè, con Abramo, con Mosè, ecc. Potremmo quasi dire che neanche Dio sa stare solo!
Ma non si esce dal peccato e dalla frattura della disarmonia pesando ragioni e torti, analizzando le colpe e le giustificazioni.
Dal peccato si rinasce, dal dubbio della consistenza dell’altro si esce, quando non solo comprendiamo la bellezza dell’altro e del suo amore, ma quando comprendiamo e desideriamo con tutto noi stessi, che tra la diversità delle persone, tra le diversità anche interne all’affetto, può nascere un’alleanza, la volontà di mettere l’amore al di sopra di tutto.