La necessità di una pastorale integrale, armonica e aperta nell’educazione catechistica

Se la catechesi è un cammino d’iniziazione alla vita cristiana diventa importante non ridurre la stessa catechesi ad insegnamento dottrinale. La catechesi se è solo dottrinale, di fatto, finisce per manifestare una concezione ideologica della verità. Se si sottolinea la centralità solo dell’intelligenza e della conoscenza, si rischia di non dare il giusto peso all’esperienza e alla vita nell’educazione alla fede. Credere non è solo conoscere ma è anche applicare la verità alla vita concreta, personale, sociale ed ecclesiale. È un atto sapienziale: «il Verbo si fece carne». Allo stesso modo è una visione limitante ed illusoria considerare la catechesi un atto significativo ed efficace solo perché educa i credenti partendo dalla sola esperienza. Infatti, nella tradizione bimillenaria della Chiesa la dimensione conoscitiva come quella esperienziale sono aspetti essenziali e necessarie. La catechesi deve essere attenta alla persona umana nella su integralità ed armonia. È l’uomo, essere razionale ed aperto, bambino, ragazzo o giovane, il soggetto di ogni percorso catechistico l’uomo è un essere spirituale e carnale.

La sfida della catechesi, nel terzo millennio ed in occidente, è tentare di rispondere, in un contesto sociale e culturale secolarizzato, interreligioso, relativistico postmoderno, a tutte le domande e ai molteplici bisogni dell’uomo, secondo le diverse stagioni della vita e a partire dalle differenti esigenze individuali. Coloro che iniziano e continuano il percorso catechistico, di fatto sono chiamati a conoscere, sperimentare e condividere l’unica Verità, che è Cristo e in Cristo il mistero dell’unico Dio, che è Padre, Figlio e Spirito santo, per vivere nella libertà il dono dello Spirito santo come pienezza della propria della propria vita. Il Vangelo illumina l’intelligenza dell’uomo, la Parola di Dio risponde ai molteplici e profondi bisogni dell’uomo, la condivisione delle diverse esperienze e delle differenti conoscenze conducono nella fraternità universale a vivere la comunione tra i credenti e tra tutti gli uomini e tutte le donne di buona volontà. Per questo l’evangelizzazione illumina la conoscenza e spinge a trasformare secondo l’annuncio di salvezza del Vangelo la stessa vita umana. Ogni cristiano, come singolo e come comunità, è di fatto un messaggio di Dio. Tutti i credenti sono in Gesù Cristo per opera dello Spirito santo il messaggio di Dio al mondo di oggi. Questa è la santità. Questa è la ragione che giustifica la necessità di una sempre più profonda collaborazione e di una concreta relazione tra la catechesi, la pastorale parrocchiale e diocesana, e l’esperienza delle associazioni e dei movimenti nell’unica Chiesa di Cristo, nei diversi ambiti di vita dei ragazzi, dei giovani e delle loro famiglie.

Cercare di collegare gli itinerari catechistici con le attività delle associazioni e dei movimenti permette alla catechesi di formare i ragazzi ad una fede matura e concreta e a introdurli alla sapienza della Croce, all’Amore incarnato nella storia degli uomini. Solo in questo modo sarà possibile acquisire una mentalità di fede, elaborare atteggiamenti e comportamenti, opportuni ed idonei, sperimentare la potenzialità salvifica e liberante del messaggio evangelico e testimoniare la bellezza e la gioia dell’essere discepoli del Signore risorto nella vita quotidiana. Nelle parrocchie e nelle diocesi dove si realizza questa circolarità, provvidenziale e virtuosa, tra la catechesi parrocchiale, l’esperienza associativa e la vita liturgica e caritativa della Chiesa è possibile cogliere alcune interessanti prospettive. Anzitutto si verifica una continuità dopo la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana nel proprio cammino di formazione cristiana. Inoltre si constata una reale responsabilizzazione dei cresimandi alla stessa vita parrocchiale e diocesana. Coloro che sono educati all’interno della collaborazione tra i catechisti e gli educatori/formatori delle associazioni e dei movimenti a loro volta continuano con maggiore facilità il proprio percorso di formazione alla vita cristiana ed alcuni spesso scelgono di diventare formatori ed educatori nelle stesse associazioni e, in generale, nelle parrocchie e nei diversi ambienti di vita. Dove si realizza una maggiore collaborazione tra i catechisti e gli educatori/formatori dei differenti gruppi e associazioni, gli stessi genitori si lasciano con facilità coinvolgere e, in alcune occasioni, essi stessi diventano protagonisti e collaboratori nell’annuncio evangelico e catechistico. Per questo motivo diventa sempre più urgente, in un contesto culturale e sociale frammentato e secolarizzato, valorizzare la collaborazione tra le diverse agenzie educative e cercare di integrare i molteplici e differenziati percorsi catechistici all’interno di una reale pastorale integrata e armonica. Essa spinge, sollecita e valorizza la sinergia tra l’annuncio evangelico del regno di Dio, la celebrazione della salvezza cristiana e la testimonianza della salvezza in Cristo Gesù. La sfida della catechesi dei ragazzi e dei giovani nel terzo millennio è di cercare di creare un collegamento significativo tra le differenti esperienze di fede, la vita ecclesiale e sociale dei ragazzi e dei giovani e la relazione tra i credenti nella comunità cristiana, parrocchiale e diocesana.

 

Don Gianfranco Calabrese

Direttore dell’UCD di Genova, parroco e teologo