Testimoni di carità nel servizio educativo

Dio in ricerca dell’uomo

Tutta la storia della salvezza ci presenta il Signore che come un buon pastore esce nella notte per ritrovare chi era sperso, è questa verità fondamentale che motiva l’azione dell’educatore e lo porta ad essere una manifestazione della “passione” di Dio per l’uomo, un annuncio dell’amore del Padre per tutti i suoi figli, un grido forte e dolce per coloro che più sono lontani da Lui.

Dio in cerca dell’uomo per liberarlo e redimerlo: è incarnando questa verità che nasce una tensione educativa che non si arresta mai di fronte a nessuna difficoltà e che mira alla promozione integrale di tutto l’uomo e di tutta la società; è facendo palpitare dentro di noi il cuore divino che conteremo i ragazzi del gruppo e ci accorgeremo di quanti ancora manchino all’appello; è vedendo l’attento agire della Provvidenza che ci accorgeremo delle molte miserie e povertà dei ragazzi e faremo della nostra vita un dono ai più piccoli.

 

Dio è l’educatore del suo popolo

“Uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli”. (Mt 23,8)

È questo quando ci dice il Vangelo di Matteo riportandoci le parole di Gesù, è questa una verità della fede da meditare lungamente per comprendere che il servizio educativo è partecipazione dell’azione educativa divina da viversi secondo lo stile della pedagogia divina. “Dio stesso, infatti, nel corso della storia sacra e soprattutto nel Vangelo si è servito di una pedagogia che deve restare a modello per la pedagogia della fede” (Giovanni Paolo II, Catechesi Tradende, n° 58). Si tratta di una pedagogia che possiede caratteristiche sue proprie, sempre valide con il mutare dei tempi, e perciò irrinunciabili. Sono caratteristiche che si sono evidenziate nella storia della salvezza (cfr. Documento Base “Il Rinnovamento della catechesi” ai nn 15, 78, 86, 175).

  • Tutta la pedagogia divina è finalizzata a creare un rapporto interpersonale di comunione fra Dio e l’uomo.
  • Nel comunicarsi all’uomo, Dio si fa accondiscendente verso di Lui e si adegua alla sua realtà umana fino ad assumere egli stesso in pienezza l’umanità.
  • Dio incontra l’uomo e gli offre la sua salvezza in un popolo rispettando la struttura sociale dell’uomo.
  • Poiché l’uomo si manifesta e si comunica attraverso segni, Dio ha scelto la stessa via per rivelare sé stesso e il segno più grande che ci ha dato è il Figlio suo Gesù Cristo.
  • Rispettando la storicità dell’uomo, Dio fa sua la legge della gradualità educando passo passo l’uomo verso un incontro sempre più profondo con Lui.

Come collaborare quindi con il Maestro senza esserne stati precedentemente e senza esserne contemporaneamente discepoli?

 

Dio in cerca dell’uomo perché l’uomo viva.

La gloria di Dio è l’uomo vivente (S. Ireneo – Contro le Eresie).

L’agire di Dio è all’insegna della totale gratuità, non cerca niente per sé perché “Dio è amore” (1Gv 4,8). Questa verità della fede ispirando l’agire dell’educatore lo porterà a non cercare mai nessuna diretta gratificazione del servizio che svolge, lo condurrà a non voler strumentalizzare i ragazzi per suoi secondi fini, lo orienterà a promuovere pienamente le personalità dei ragazzi e a non voler mai farne esseri a sua immagine e somiglianza: non Lui è il modello ma Cristo. Gratuitamente avete ricevuto gratuitamente date (Mt 10,8). Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (Gv 15,13). Allora qual è la ricompensa di un educatore? …Sta nella possibilità che gli è data di amare come Cristo: donandosi dimenticandosi “perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere” (Atti 20,35).

 

Davanti a Dio conta la santità non l’età

In virtù del battesimo tutti gli uomini sono figli di Dio e hanno pari dignità. Questa affermazione che esprime un’altra verità contenuta nella SS. Scrittura è fondamento del protagonismo dei ragazzi nella Chiesa e consequenzialmente di quel gruppo di Chiesa che è il gruppo catechistico.

Il protagonismo dei ragazzi è vittoria della Grazia sull’efficienza. Umanamente i ragazzi sono incapaci di fare molte cose che il giovane e l’adulto compie, in virtù della Grazia nessun obiettivo gli è precluso: né la santità né il martirio per la fede come la storia della Chiesa ci mostra. Questa verità della fede dovrà pertanto costantemente illuminare l’essere e l’agire dell’educatore affinché rispetti sempre i ragazzi, la loro capacità, la loro responsabilità nel vivere una esperienza.

mons. Simone Giusti