di mons. Simone Giusti
1. La spiritualità
La spiritualità non è un aspetto marginale dell’esistenza cristiana, anzi è il riflesso dello stile di vita e dell’autoconsapevolezza delle scelte compiute.
Dire pertanto spiritualità come coincidenza dello spirito umano con quello di Dio, è affermare che una persona possiede una spiritualità cristiana quando ha una identità personale risignificata e organizzata attorno a Gesù Cristo e al suo messaggio.
Un educatore è quindi “uomo spirituale”, quando inizia a comprendere ed ad organizzare la sua vita a partire da una consapevole decisione per Gesù Cristo e la sua causa del Vangelo. E’ uomo spirituale quando il suo spirito, la sua identità personale, inizia a coincidere con quella dello Spirito Divino.
2. La spiritualità del laico
La spiritualità del laico è definita ed espressa nei suoi tratti costitutivi nel decreto del Concilio Vaticano II sull’Apostolato dei laici al n. 4. Poche righe nelle quali è tratteggiato il volto di una spiritualità propria dei laici, non subalterna a nessun altra, avente il suo cuore in una sintesi vitale di tutte le esperienze quotidiane di un laico intorno a Cristo.
Esperienze, attività non giammai di per sé allontananti dal Signore ma bensì a loro modo arricchenti e potenzialmente capaci di far crescere e di andare sempre di più incontro al Signore che viene. Né la cura delle amicizie o degli affetti né tanto meno il lavoro o l’impegno sociale, devono essere estranei alla spiritualità della loro vita.
Quella del laico è quindi una spiritualità unificante, integrante tutti gli aspetti della vita, proponente un’identità cristiana personale armonica e sinfonica. Quella verso cui un laico e in particolare un educatore, è chiamato ad andare anche grazie al servizio educativo che rende in una comunità cristiana.
La spiritualità dell’educatore è quindi un tratto peculiare ma pur sempre tratto, della più ampia e generale spiritualità laicale.
3. La spiritualità dell’animatore
La spiritualità dell’animatore nasce da un fatto che viene ad incidere in maniera determinante sulla sua persona: la relazione educativa che si instaura fra lui e un gruppo di persone. E’ una relazione che provoca una rivisitazione della propria spiritualità laicale e la costringe a prendere i tratti di una spiritualità della comunicazione intergenerazionale.
L’animatore è uno che sollecita a mettere la vita, quella di tutti a partire da chi ne ha di meno, al centro; ma anche a collocare tutta la vita in tutte le situazioni al centro affinché sia illuminata dalla fede.
Questo ci permette di individuare nella relazione educativa centrata sulla vita dell’altro, il tema generatore e il nucleo di una spiritualità dell’educatore
4. Essere educatori
Essere educatori e vivere come educatori non è anzitutto “fare determinate attività” educativa, ma è vivere l’imperativo e la competenza di saper stare e consolidare la relazione con le persone.
mons. Simone Giusti
giugno 2016