*di don Mario Simula*
La fantasia di Dio è incredibile. Poteva uniformare tutto, semplificare tutto, ridurre tutto ad un medesimo progetto.
Niente da fare. Una moda al maschile e una al femminile. Un taglio di capelli per uomini e uno per donne. Due timbri di voce. Due arrangiamenti del corpo: con la barba e senza barba, con ombretto e non, con unghie costellate di stelline o volgarmente al naturale. Fianchi diversi, petto diverso, sorrisi e atteggiamenti diversi. Anche i temperamenti diversi. Per non parlare della loquacità.
E se vogliamo sorridere con ironia diciamo: “Quella donna è baffuta. Quell’uomo si concia come una donna!”.
A ciascuno sta bene il “suo”.
Eh! La fantasia di Dio!
A proposito di Giorgio e della sua Silvia
State proprio bene insieme! Tu bruno e slanciato. Lei snella e bionda, con gli occhi chiari. La ragazza che gli altri ti invidiano! Devi starci attento. Ma Silvia è affidabile. Non ti tradirebbe per nessun altro al mondo. Dove lo troverebbe uno come te: educato, buono, generoso, impegnato, anche educatore? Poi sei forte. Sai prendere decisioni. All’università prometti bene. La tua diversità la fa andare in estasi. La sorprendi, a volte, mentre ti guarda incantata. Le devi dare un pizzicotto per riportarla alla realtà. Chissà come ti sogna la notte! Ti chiama più volte, mentre si gira e rigira nel letto.
E tu per Silvia hai perso la testa, non a prima vista, ma a seconda vista. Quando l’hai incontrata le prime volte, ti infastidiva quella bellezza esuberante. Non ti rassicurava. Come avresti fatto ad averla per te, unica e tu unico?
A seconda vista, però, il cielo si è aperto. A dire il vero lei un po’ di cielo azzurro lo aveva già negli occhi e un raggio di sole era disegnato nei suoi capelli.
Guardandovi, avvicinandovi. Vivendo sempre più a contatto avete iniziato a sperimentare il bisogno di stare più spesso insieme. A ciascuno di voi piaceva ciò che l’altro possedeva di diverso. Che strana cosa! Che sensazione mai provata!
A Giorgio, un bruno mediterraneo, piaceva una bionda celestiale. A Silvia, con gli occhi d’acqua limpida, piaceva un bruno segnato come un quadro di Caravaggio.
A Silvia disinvolta e garbatamente civettuola, piaceva un ragazzo a modo, controllato e bello nella sua mascolinità.
Dài Giorgio, dài Silvia, che siate la coppia giusta?
Intanto provate a cercare insieme, a capire le vostre ricchezze, i doni che potete scambiarvi come maschio e femmina creati da Dio a sua Immagine e Somiglianza.
A Giò … ritorniamo sulla terra
Tu e Silvia siete tu e Silvia. Ma quei malnati di adolescenti del tuo gruppo, chi può trattenerli?
Riempiti d’amore gli occhi questa sera, quando la pizza è soltanto una scusa e Silvia lo scopo e siete uno davanti all’altra a confermare un amore misterioso che vi lega!
Domani sarà un’altra cosa.
Ti chiederanno: perché diversi?
E tu cadrai dentro la fossa dei leoni. Chi ti salverà? Certamente quell’angelo di Silvia. Basta?
Vediamo quali passi dobbiamo fare, per non scivolare sulla prima buccia di banana che incontriamo.
Punto uno: non prepararti sul libro di scienze. E nemmeno su quello di anatomia umana.
Punto due: non sei chiamato a fare un incontro di informazione sessuale. Non è tuo compito e non ne hai la competenza.
Punto tre: non esordire dicendo: “Ragazzi, oggi, dobbiamo parlare di una cosa seria”. Li faresti ridere prima ancora di iniziare.
Punto quattro: non fare il “figo” dando a credere che sei uno che se ne intende. Ti guardano in faccia e fanno le smorfie. Un colore sale e un altro scende. E il fuoco divampa. Il tuo corpo dice che sei imbarazzato. E quindi un uomo morto. Quelli non sanno nulla di preciso, di chiaro; ma figurati se te lo dicono. Ci tengono a farsi sentire “esperti”. Magari hanno fatto qualche esperienza. Forse hanno combinato qualche piccolo pasticcio. Ma cosa sanno loro dell’amore, se non quello che imparano dalla più grande psicologa che ci sia in circolazione! Si chiama Maria De Filippi. Una donna così così, che poteva piacere soltanto a Maurizio Costanzo. Lei sconcia amori, li rammenda, li costruisce, li destreggia.
Una vera maga delle relazioni di coppia.
Qualche punto fermo
Non siamo fatti a caso e nemmeno in serie. Non siamo tre teste, due nasi, quattro bocche. Siamo quello che vediamo.
Un corpo maschile e un corpo femminile. Una sensibilità maschile e una femminile. Un pianto di uomo e un pianto di donna. Anche le voci e il tono e il timbro sono diversi. Le reazioni, poi, sono una opposta all’altra. Lei ti sommerge sotto una pioggia di parole “offese”. Lui ti innervosisce, perché se la cava con qualche mugugno. Il resto lo lascia alla tua fantasia.
Lui ti abbraccia fino a stritolarti. Lei ti abbraccia con calore e ti fa vibrare.
L’estetica, le preferenze, i gusti: percorrono via diverse. Anche se dici: “Ci piace lo stesso cantante, mangiamo il panino farcito alla stessa maniera”.
Maschio e femmina li creò. Queste due parole semplici semplici costituiscono la grammatica dell’amore. Poi si impara la sintassi e il vocabolario.
La meraviglia sta proprio qui. Maschio e femmina vuol dire tutto: ciò che siamo, le nostre diversità, ciò che ci attrae, ciò che ci pare bello.
Sogniamo un incontro, una intimità perché siamo maschio e femmina.
La cosa più sorprendente è che come maschio e femmina rassomigliamo a Dio, siamo sua immagine. Specchio di Dio. Se custodisci lo specchio, tra te, ragazzo e la ragazza che ti sta davanti, si crea una relazione.
Vi guardate negli occhi e sussultate. Vi tenete per mano ed è come se trasmetteste una corrente non solo di simpatia, ma di amore. Vi abbracciate ed è una cosa “tutta diversa” da ogni altro abbraccio. Vi baciate e vi accorgete che avete raggiunto un traguardo impossibile. State vicinissimi e non vi dà fastidio. Occupate lo stesso metro quadro ed è quello che vi piace. Parlate e nessuna parola è altrettanto bella. Fate silenzio e vi leggete nel cuore. Il ragazzo rivela la forza e la ragazza regala la tenerezza
Li creò perché fossero due in una sola carne. Diversi, ma fatti l’uno per l’altro. Chiamati a quella intimità che fa nascere la vita e che spesso i ragazzi e i giovani non capiscono.
È più facile dire: “Stiamo insieme per divertirci!”. In questo modo sciupate un dono. Ognuno dei due usa l’altro. Non lo ama. Anche se nasconde l’egoismo sotto il velo di parole dolci.
Si dice guardandosi teneramente negli occhi e con un certo imbarazzo: “Sai, è la prima volta!”-“Anche per me è la prima volta”. Le emozioni scoppiano, il sesso predomina. Non a caso l’espressione tanto comune: “Facciamo sesso?”. Come se si dicesse facciamo footing. Ci facciamo una pizza. Perché non ci facciamo una birretta?
All’inizio della vita di una coppia esiste la comunicazione. Il sapersi raccontare. Il conoscersi. La relazione. Ci lasciamo legare dallo stesso vincolo dell’amore.
Al centro non ci sono io e il mio benessere. Ci siamo noi e la nostra relazione.
Altrimenti raccolgo soltanto elementi per trascorrere qualche ora di divertimento con gli amici, raccontando soddisfatto, da buon maschio, che cosa è avvenuto. Magari allegando un pezzo di filmato in You Tube.
Credimi: l’innamoramento non basta. Vivere tutta la vita con la testa attraversata da stelline, da fantasie, da sogni, significa rassomigliare a quel Narciso che si specchia nell’acqua del pozzo e che, per non perdere l’immagine, si butta dentro.
Quando si inizia ad amare:
Da solo non basta
Pensare unicamente a me stesso non basta
Avere fretta e cercare tutto e subito non basta
Il piacere non basta
Il toccare tutto non basta
Quando si inizia ad amare occorre essere convinti che:
Non esiste soltanto il corpo
Ma anche le parole
Lo scambio di storie personali
Il dialogo
La conoscenza
Il fare un passo per volta
La pazienza
Il rispetto.
Ti diranno: “Quanto è vecchio il nostro educatore Giorgio!”. Giorgio non scoraggiarti. Ripensa a Silvia e all’esperienza che vivi assieme a lei. Non può essere una “cosa privata”. Si deve vedere. Nella tua felicità. Nei momenti di crisi. Nell’orgoglio quando i ragazzi ti vedono insieme con lei e vi guardano con invidia e con qualche desiderio segreto.
Forse, quando si sarò rotto il ghiaccio nel gruppo, qualcuno ti chiederà: “E tu, Giorgio, che esperienza stai facendo?”. Non avere paura di rispondere. Sarebbe il più bell’incontro che possa immaginare.
Poi, a te lo posso dire: “Butta qualche preghiera per te e per Silvia ai piedi di Gesù: gli farebbe immensamente piacere. Certo non chiederlo ancora ai ragazzi. Preparali un po’ alla volta e magari spiazzali pensando tu una preghiera per tutti nella quale chiedi a Gesù che ci insegni ad amare come sa amare lui”.
Sottovoce: “Quando andrai insieme con la tua dolce Silvia, nel gruppo dei ragazzi, per fare le presentazioni? Muoiono dalla voglia di incontrala. Stai tranquillo, non te la ruberanno!”.