L’oratorio non è solo un luogo, un cortile, una struttura in cui si svolgono varie attività, oggi è diventato un progetto educativo che comprende la catechesi, la preghiera, il doposcuola, lo sport, il gioco, la formazione, i laboratori, le attività musicali, il teatro, il grest: è una realtà ecclesiale luogo di incontro e crescita umana e spirituale. L’oratorio è evoluto ed è uno strumento pastorale e vivo dell’educazione, che, come afferma don Michele Falabretti direttore nazionale della Pastorale Giovanile, è medicina della Chiesa, esercizio di cura e di comunità: diviene la cosa più bella del mondo se ben progettato, se la comunità è presente e se gli animatori sono formati adeguatamente. L’ oratorio non è improvvisazione e neppure un modo di fare baby sitter, è un’unica grande azione in cui tutto si sviluppa e cresce, in cui si impara ad essere bravi cristiani e bravi cittadini. L’oratorio è una realtà in continua evoluzione, che va incontro ai giovani in modo dinamico, energetico, che riesce a costruire i legami tra educatore ed animatore, tra animatore e ragazzo in un “mondo” senza spazio e senza tempo. E’ luogo e mezzo di incontro con Gesù. Il ragazzo che frequenta l’oratorio cerca aggregazione e ha bisogno di essere ascoltato, di calore e umanità, di riconoscersi in un gruppo e diventare un protagonista per i più piccoli, che, raccogliendo la testimonianza, desiderano emularla da grandi. E’ così che nasce la relazione solida e l’accompagnamento spirituale dei giovani che possono essere seguiti da sacerdoti, religiosi, religiose e laici educatori nel periodo delle domande e delle scelte, in un cammino di conoscenza del proprio progetto di vita. L’oratorio ha questa funzione educativa quando la progettazione diventa un passaggio essenziale dall’educatore all’educato, quando c’è uno studio del territorio, una lettura dei bisogni, quando si pongono obiettivi e dei percorsi da raggiungere insieme, sia come comunità che nel singolo. Queste le tre competenze fondamentali per il progetto educativo: dosare le energie, allenare la riflessività e la verifica. La progettazione educativa è un vero e proprio esercizio di discernimento che ha degli effetti: in oratorio la Chiesa si reinventa; si incontra la realtà; la comunità cresce; si coinvolgono diversi carismi; si tiene accesa e viva la luce della memoria di Gesù nell’ascolto dello Spirito; si assume lo stile dell’animazione parlando il linguaggio dei giovani; avviene l’iniziazione umana alla vita. Oggi l’oratorio ha acquisito una funzione sociale perché le famiglie, prese da una vita frenetica lavorativa, hanno bisogno di affidare i propri figli a persone sicure, in luoghi tranquilli e più economici dei vari centri estivi. La domanda educativa e sociale è alta e l’offerta deve essere elevata: piccoli oratori stanno nascendo in molte parrocchie proprio per rispondere a queste necessità, non bisogna cadere nella superficialità e nella fretta. Serve pazienza, serietà e professionalità nelle parrocchie che sono, quindi, soggetti promotori di programmi e di interventi in aiuto alle famiglie per la diffusione della cultura, dello sport, del divertimento, ma soprattutto della fede. Non dobbiamo dimenticare: il Vangelo deve essere sempre sorgente e fine di ogni attività oratoriale!