La liturgia è il luogo dove la fede si rivela in una esperienza. L’esperienza di una azione fatta insieme che dona senso alle nostre esistenze. L’esperienza, nata da ciò che si è vissuto, diviene una memoria. La liturgia è un luogo di incontro, un incontro dei membri dell’assemblea e un incontro con Cristo.
La celebrazione liturgica, in particolare quella dell’eucaristia, è incontro di fratelli e sorelle in Cristo, di persone diverse, differenti. Centinaia, migliaia di persone così differenti si radunano per una medesima ragione: celebrare Gesù Cristo morto e risorto. E ciò dopo duemila anni, ciò è strabiliante.
La celebrazione
dell’eucaristia
è un incontro con
Gesù Cristo stesso
ed è un incontro
sorprendente
Ma ancora, la celebrazione dell’eucaristia è incontro di Gesù Cristo stesso. Questa volta l’incontro non è solo sorprendente, ma “incredibile”. Incontrare Dio: chi lo può osare e pretendere? Nessuno, se non è iniziativa di Dio stesso. Ed è giustamente lui che ci invita e ci convoca per la frazione del pane. Lui che viene a noi, ancora una volta.
Dice il Vangelo secondo Matteo (18,20): Là dove sono due o tre radunati nel mio nome, io sono in mezzo a loro. E la costituzione liturgica del Concilio Vaticano II esemplifica : « Cristo è presente nella sua Parola, è Lui che parla quando si legge la Sacra Scrittura nella Chiesa. Egli è presente quando la Chiesa prega e canta i salmi”. (SC 7).
La Sacra Scrittura ci guida ad andare verso questo incontro, e sono i salmi che ci danno le parole per rispondere insieme all’invito del Signore. Essi ci introducono nella liturgia che è esperienza di accoglienza, è costruzione di una assemblea per lodare e ringraziare il Signore.
Con noi tutti i popoli sono convocati ad andare verso il Signore; per lodarlo e benedirlo, per adorare e ringraziare nella casa del Signore. E’ il Salmo 100 (99).
Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.
3 Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.
4 Varcate le sue porte con inni di grazie,
i suoi atri con canti di lode,
lodatelo, benedite il suo nome;
5 perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.
Tutti i popoli sono invitati a lodare il Signore, unico Dio, creatore dell’universo. E’ un invito rivolto all’assemblea dei fedeli che entrano nel tempio a pregare e a rendere grazie al Signore per la sua bontà, la sua misericordia e la sua fedeltà.
Pare di sentire voci di gioia e acclamazioni, suoni di corno e squilli di trombe. “Porte” e “atri” della casa di Dio si spalancano per accogliere la moltitudine convocata da tutta la terra, questo grande raduno di popoli, questo convegno delle genti.
Ecco i popoli arrivare da ogni dove, vestiti con i loro abiti caratteristici di ogni colore e foggia, su cavalcature, a piedi, soli o a gruppo: tutti varcano “le porte con inni di grazie”, espressi in gesti di adorazione, lode e benedizione.
Questo è il primo atteggiamento per chi vuole divenire protagonista nell’azione liturgica. Convocati dal Signore, la prima parola che apre il dialogo con Lui è la lode e il ringraziamento.
Il Salmo offre sette imperativi rivolti alla folla in attesa davanti alle porte del tempio, pronta ad entrarvi in processione: acclamate, servite, presentatevi, riconoscete, varcate, lodate, benedite!
La festa è colma di allegria, vissuta in tre atteggiamenti: acclamate, venite, servite. La lode ci fa proclamare che Egli è buono, Lui solo conferma, sostiene e riempie l’esistenza umana, è costante nell’amore e fedele.
Si entra in modo solenne. E’ una liturgia di ingresso che si svolge, come il camminare insieme sulle strade partendo dalle proprie case per giungere alla chiesa, come l’entrare dei ministri per dare inizio alla liturgia. Così ci guida il Salmo 95 (94).
1 Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
2 Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.
3 Perché grande Dio è il Signore,
grande re sopra tutti gli dèi.
4 Nella sua mano sono gli abissi della terra,
sono sue le vette dei monti.
5 Suo è il mare, è lui che l’ha fatto;
le sue mani hanno plasmato la terra.
6 Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
7 È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.
Sembra quasi di sentire anche una domanda, mentre si porta nel cuore la problematicità e i dolori delle vicende dalle quali si viene e si è appesantiti. Chi governa in realtà il mondo? Per i cristiani “Gesù è il Signore!” (1 Cor 12,3), Egli ha pagato con la propria vita. Appena entrati in chiesa, iniziando la celebrazione liturgica siamo chiamati a questa prima professione di fede.
La liturgia di ingresso è un po’ come camminare insieme
sulle strade, partendo dalle proprie case per giungere
alla chiesa, come l’entrare dei ministri per dare inizio
alla liturgia.
Appena entrati in chiesa, iniziando la celebrazione liturgica
siamo chiamati ad una prima professione di fede:
eccoci, siamo arrivati, siamo qui per iniziare un dialogo
con il Signore
don Walter Ruspi
giugno 2016