*di don Andrea Piccolo*
XXVII domenica del T.O. – 02 ottobre 2016
“Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare” (Lc 17,5-10)Quando ami veramente non stendi il bene fatto. Quando perdoni veramente non lasci che quel rancore che rimane dentro di te di laceri dentro. Quando servi veramente non ti aspetti qualcosa in contraccambio. Quando decidi di essere suo discepolo non ti soffermi sulla fatica del cammino, ma sulla gioia nel sentirti amato da Lui. Quando Gesù è morto per te, non te lo ha fatto pesare, ha realizzato quanto il Padre gli aveva chiesto.
XXVIII domenica del T.O. – 09 ottobre 2016
“Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?” (Lc 17,11-19) Da piccoli siamo stati abituati a dire grazie quando qualcuno ci offre qualcosa? Penso proprio di si, e sicuramente presi dalla gioia e dall’euforia abbiamo dimenticato di ringrazia chi ci ha fatto quel regalo. Oggi Gesù ci richiama come fratello maggiore a non vivere le nostre giornate senza elevare un ringraziamento al Padre. Non perché Dio abbia bisogno di “grazie”, ma perché attraverso quel “grazie” dimostriamo a Lui che abbiamo riconosciuto la sua presenza nella nostra vita, in quella situazione. in quella guarigione. In questa settimana, alla sera, proviamo a ripercorrere la giornata appena trascorsa e ringraziare Dio per i doni ricevuti.
XXIX domenica del T.O. – 16 ottobre 2016
“Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui?” (Lc 18,1-8)Dio perché non intervieni? Dio se esisti non puoi rimanere muto e fermo di fronte a questo male, a questa ingiustizia! Domande ed esclamazioni non sconosciute per chi ha vissuto ingiustizie e momenti difficili. Oggi Gesù attraverso questa parabola ci vuole rassicurare che la giustizia d Dio esiste, che Lui non rimane nell’alto dei cieli a girarsi i pollici, ma che nel giorno del giudizio terrà conto di tutto ciò che di bene e di male abbiamo compiuto. A noi è chiesta la fiducia nel suo futuro e certo giudizio, confidando in Lui che non abbandona mai chi lo Ama con cuore sincero.
XXX domenica del T.O. – 23 ottobre 2016
“Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri” (Lc 18,9-14) Chi davvero può avere l’intima presunzione di essere giusto? Nel Vangelo ci sono alcune persone definite “giuste”, eppure nessuno di loro ha mai disprezzato gli altri condannandoli. Quando succedeva che qualcuno si sentiva giusto disprezzando gli altri e le loro scelte (es. Pietro), Gesù dimostrava loro che non era quella la strada della Misericordia, ma del demonio. Più ti senti giusto, più devi sentirti vicino a chi giusto non è. Questa è la via tracciata da Dio, questo è Cristo, il vero giusto che si è fato vicino a noi ingiusti.
XXXI domenica del T.O. – 30 ottobre 2016
“Un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura” (Lc 19,1-10) La folla siamo noi, ed abbiamo la possibilità di essere o muro o ponte. Siamo muro quando ci riteniamo gli unici idonei per poter stare con Cristo. Zaccheo era un uomo che cercava un ponte per raggiungere la Misericordia, e purtroppo ha trovato il muro del pregiudizio. È straordinario vedere come l’occhio d’Amore del Signore rompe i nostri muri e raggiunge chi ha il cuore pentito. Ma non possiamo essere di ostacolo a Gesù. Siamo chiamati ad essere ponte che porta a Lui affinché la salvezza ricevuta possa diventare opportunità per gli altri di raggiungerla.