La notte oscura dell’anima

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La notte dell’anima, il buio dei sensi; un momento difficile, triste, in cui tutti i sensi sembrano aver perso la loro efficacia, quando tutto ciò che l’animo sente, entusiasmo, felicità serenità e appagamento, sembra scomparso, quando Dio tace e non ci concede più nemmeno la gioia di amarlo.

Abbiamo già accennato su queste pagine alla notte dell’anima, un momento difficile, triste, in cui tutti i sensi sembrano aver perso la loro efficacia, quando tutto ciò che l’animo sente, entusiasmo, felicità serenità e appagamento, sembra scomparso, quando Dio tace e non ci concede più nemmeno la gioia di amarlo.

Eppure l’amore in noi è forte e potente, la fede cresce, ci dice la strada e ci guida nel cammino, allora perché Dio tace? Perché non sento più nulla? Perché il mio cuore è così freddo?

fuga1E’ un’esperienza che tutti hanno provato prima o poi,  a tal punto che è stata oggetto di innumerevoli canzoni o film, diversa dallo scoramento e dalla sfiducia, diversa dal dubbio e dalla disperazione; eppure così difficile da superare, perché investe il nostro Io lasciandolo solo e sfibrato. E’ la situazione in cui la fede è messa alla prova, il momento in cui Dio non vuole essere confuso con niente altro, nemmeno con le sensazioni e le gioie che lui stesso concede. Quante volte ci sbagliamo e mettiamo al posto di Dio altre cose! Non voglio nemmeno dire i piaceri e gli onori effimeri, ma anche il nostro io e la nostra idea di Dio. Anche questa è idolatria, ci dice costantemente la Bibbia!

E la notte ci riporta sulla giusta strada, ci fa reclinare il capo, ci fa ascoltare il silenzio, ci fa guardare alle nostre dimensioni riportandole alla realtà, negandoci una troppo alta idea di noi stessi.

Un quadro del 1600 mi sembra possa aiutarci in questa riflessione: la Fuga in Egitto di Adam Elsheimer. E’ un quadro famosissimo, dipinto su rame, considerato uno dei primi esempi di pittura che guarda al cosmo e al creato come una realtà autonoma, a tal punto che ha dipinto il cielo in maniera astronomicamente precisa. Ma ciò che interessa a noi sta nel suo contenuto più esplicito: Gesù e la sua famiglia stanno vivendo un momento difficile, Re Erode li sta minacciando, sono costretti ad una esistenza nomade e profuga, fuggono dalla persecuzione e dalla morte certa che ha già colpito innumerevoli innocenti. Eppure in questo quadro si esprime una atmosfera pacifica, serena, tranquilla; la notte illuminata dalle stelle avvolge la sacra famiglia e sembra cullarla nell’oscurità. La notte è, al tempo stesso, condizione di difficoltà, ma anche nascondiglio, rifugio, tranquillità e pace.

San Giovanni della Croce, che su questa argomento ci ha lasciato pagine stupende, ci parla della notte come tenebra luminosa, un ossimoro che ci suggerisce, più che descrivere, l’atteggiamento giusto di chi sa che nella difficoltà, nel silenzio di Dio, e della propria sensibilità, l’unica strada percorribile è quella di immergerci nella notte per trovare, proprio lì, la risposta, la fonte, l’origine e la spinta per andare oltre, e vivere la fede nuda, la fede di chi non vuole facili consolazioni, di chi affronta la vita non come una favola illusoria, ma come il vero cammino di Dio.

La_notte_(1960)_AntonioniEsiste un film, molto famoso, “La notte” di M. Antonioni (1960) che pur essendo un po’ complesso ci potrebbe aiutare a riflettere: la notte può essere anche un luogo nascosto in cui immergerci per cercare piaceri e gioie illusorie. Nella prospettiva esclusivamente atea del regista, la conclusione è devastante e pessimistica. La strada da percorrere è totalmente diversa: non all’esterno, ma all’interno di sé, alla ricerca non del proprio io, ma della guida di Dio.

ASCOLTA

www.youtube.com/watch?v=MclLF473XtA e

www.youtube.com/watch?v=NVKFl2tL2qw

leggi la preghiera di san Giovanni della Croce https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=479195585533768&id=263069200479742&fref=nf

Luigi Cioni

Luigi Cioni ci spiega il suo articolo

giugno 2016