Notte e giorno, luci ed ombre: è la normalità della vita

disguiseViviamo dell’alternarsi del buio e della luce.

Tutto in noi è passaggio tra momenti di soddisfazione, gioia, entusiasmo e momenti in cui prevalgano la fatica, la tristezza, l’affanno; facciamo esperienza delle nuvole che oscurano il sole al punto di farci percepire il freddo, il dubbio e quasi l’assenza di Dio. “Perché non sento più nulla, perché il mio cuore è così freddo”?

Possiamo dire che può capitarci di vivere “la notte oscura dell’anima”.

 

Le notti buie nessuno le può negare negli impegni responsabili della vita, in alcuni casi si arriva a pensare di “voler gettare la spugna”, perché tutto ci dice che non ce la possiamo fare e si insinua in noi il dubbio: tutto questo ha senso? Caterina ci racconta “un’esperienza nata dalla  voglia di andare incontro agli altri”, un’avventura dove non sono mancate le ombre, dove però qualcuno ha avuto il coraggio di scommettere su tre giovani, che in ogni attimo si sono sentiti sostenuti, con la “consapevolezza di non essere soli”.

1502-0-1463147897Non è quello che dovremmo fare con i nostri ragazzi ?

 

Alcune scommesse si possono anche perdere, è “quando non c’è il lieto fine”. Barbara ha cercato di riempire lo spazio di solitudine di Rayan, ha dato calore e colore alle sue giornate, guardandolo attentamente ha saputo mettere in luce le sue capacità, tanto da riuscire a far fiorire un giardino profumato, facendo emergere una sensibilità profonda nascosta sotto “quella scorza di finto duro” perché “convinto che la sua vita non interessasse a nessuno”. Malgrado tutto il suo impegno forse … la notte di Rayan è rimasta senza stelle!

Ogni giorno
facciamo i conti
con la nostra
umanità

In tutto questo spazio e tempo di luci e ombre, facciamo i conti con la nostra umanità ed anche con il nostro corpo, lui ci presenta, ci mette in relazione, ci fa vivere anche alti e bassi! Un corpo che in alcuni casi facciamo fatica ad accettare, che vorremmo diverso, per il quale potremmo dire“ci mancava solo il corpo”.

Quante cose dobbiamo accettare di noi e degli altri, ma quante potenzialità!

Anche i ragazzi hanno il loro corpo da scoprire e apprezzare, che bello il ruolo dell’animatore che sa osservare “con occhi acuti e limpidi”, “non è malizioso oppure incuriosito, non attribuisce ai ragazzi atteggiamenti e intenzioni che invece appartengono a lui” e sa illuminare, anche con le fatiche della sua umanità, lo sguardo dei suoi ragazzi sul proprio corpo e sul corpo degli altri.

letting-seed-growPensando e guardando ai nostri ragazzi riusciamo a contemplare il miracolo di Dio?

Ed in questo corpo anche l’orecchio ha la sua parte … dobbiamo “educare all’ascolto nella pastorale giovanile”. “Dedicare energie e tempo all’ascolto” e l’ascolto vero e profondo richiede un cambiamento personale, una conversione e una disponibilità interiore. Sarà importante formarsi, conoscere tecniche di animazione, ma altrettanto importante è necessario ritrovare, prima di tutto in se stessi, la luce nel proprio cuore. “L’ascolto non può essere separato dal servizio”, serviremo i nostri ragazzi nella misura in cui sapremo entrare nel loro cuore e nel loro vissuto amandoli.

Pensando e guardando
ai nostri ragazzi
riusciamo a contemplare
il miracolo di Dio?

Entrare …ogni domenica ci capita di “Entrare nella celebrazione liturgica”, che vuol dire incontrare Cristo e per questo gioire e fare festa!

E’ provare sempre che questo incontro “non è solo sorprendente, ma incredibile” perché è Dio che ci viene incontro, è sempre sua l’iniziativa di invitarci e convocarci per la frazione del pane, dobbiamo solo imparare la gratitudine.

Se vuoi prepararti alla liturgia leggi i Vangeli delle prossimi domeniche … trovi anche un breve commento …

 

Dobbiamo approfondire sempre più il senso ed il significato che ha per noi questo incontro perché dobbiamo offrire ai nostri ragazzi, ai giovani che ci vengono affidati, delle piccole luci per illuminare brevi tratti della loro vita, attraverso cammini ed esperienze “Dove si cresce nella fede”, perché vivano la fede come esperienza di vita.

Se l’educatore apre tutto se stesso all’incontro con Dio scoprirà “la spiritualità del laico animatore”, deciderà consapevolmente di vivere ogni giorno alla luce della fede superando il buio della notte. Ogni attività sarà motivata dall’aver scelto consapevolmente Gesù Cristo, averlo messo al centro delle scelte di vita; solo Lui saprà aiutarci a maturare umanamente e spiritualmente in modo tale da “essere educatori e vivere come educatori”.

Ti prego Signore …  La tua luce rischiari le ombre della notte.

Marco e Donatella Carmine

giugno 2016