La Rivista di Ottobre

fullsize_distr_opt*di Marco e Donatella Carmine*
Per leggere questo numero di Sentieri e trovarne il filo rosso vi proponiamo di partire dal Decalogo sull’amore in undici punti dove troverete Giorgio e Silvia, gli educatori che ci hanno accompagnato nei
mesi scorsi in un percorso di educazione all’affettività, che fanno sintesi di un anno trascorso con il loro gruppo di adolescenti, attraverso  semplici e sintetiche indicazioni per essere educatori con la E maiuscola.

1. Guardiamo con la testa, guardiamo con il cuore Guardiamoli, ma dove sono? Non puoi stare su alcune  approssimazioni vaghe e nebulose Nell’editoriale “Uscire, voce del verbo incontrare” il Vescovo Simone ci sprona ad andare verso di loro, ad uscire dalle solite “stanze” dei nostri oratori e chiese e scoprire i luoghi in cui sostano i ragazzi e la “cultura” nella quale navigano. E’ questa la pastorale giovanile, o meglio la chiesa, che ci chiede oggi di
attuare Papa Francesco.

2. Immaginiamo anche ciò che non si vede e che attraversa le vene, il cervello, i sentimenti dei ragazzi Cosa passa nel cervello di questi miei ragazzi, quali fantasie … a quale velocità passa il sangue nelle loro vene? Come possiamo capirli, cosa possiamo fare? E’ semplice, basta mettere al centro i ragazzi, dando uno spazio per esprimere le loro idee. Ci sono esperienze come “Dalla Parrocchia al Paese, le idee ispirano e le persone creano” che, basandosi su questa scelta fondamentale, dicono la capacità dei ragazzi di essere creativi, tanto da far nascere “il Miglio”.
Maria Chiara Michelini con “Le idee giovani” come sempre ci offre un’analisi pedagogica dell’esperienza, davvero interessante: “Il Miglio” scommette sui giovani, crea uno spazio per idee, attività, eventi pensati e organizzati dai giovani. … L’educando è messo nelle condizioni di esprimersi, proporre, inventare …; è la capacità di andare al di
là della frequente pastorale ecclesiale un po’ lamentosa e pessimista. Prova a leggere questi due articoli di seguito e troverai interessanti spunti di riflessione, prima di riprendere le attività con il tuo gruppo.

3. Occhio ai sogni! L’educatore non è un affossatore di sogni … è un saggio, un compagno di viaggi, per questo
non può avere una vita sbiadita. Vi siete mai chiesti quali sono i sogni ed i pensieri dei ragazzi ? Come loro compagni di viaggio potremmo conoscere e condividere pensieri legati a molte tematiche, anche a quelle che pensiamo non interessino a loro … forse perché noi per primi non li approfondiamo e scegliamo di essere un po’ “sbiaditi”.
L’articolo “Diciamocelo con franchezza” offre qualche spunto per ampliare i temi di cui si parla in gruppo e scoprire che molti ragazzi sanno dare un’opinione e non sempre scontata come forse molti credono!

4. La fretta di sperimentare, di toccare, di vedere e di gustare. Il ragazzo vive la turbolenza del desiderio, il gusto della soddisfazione, la prova di un brivido. L’educatore non può guardare e leggere questi atteggiamenti con paura e allarme, ma deve avviare un dialogo, aprire un confronto onesto e sincero, senza rinunciare a dire la bellezza del Vangelo sull’uomo. Vai all’articolo “Educare al senso della storia per scoprire Dio che si rivela”, ci invita ad aiutare
i ragazzi a credere che la loroquotidianità può essere straordinaria.

5. Ciò che conosce soltanto il cellulare Il cellulare o meglio lo smartphone oggi è frequentemente uno dei modi più diretti e incisivi dell’educazione affettiva e sessuale dei ragazzi. Nei mesi scorsi Don Mario Simula, nella rubrica “Lo strano oggetto del mistero l’adolescente”, attraverso le vicende dei suoi animatori Giorgio e Silvia ha offerto numerosi spunti e aiuti, che si completano con il decalogo di questo numero, per diventare dei validi concorrenti dello smartphone…

6. All’amica del cuore e all’amico di una vita non posso nasconderlo. E’ veramente incredibile come certe notizie circolino anche in parrocchia o in oratorio. Come sarebbe bella una comunità cristiana in cui anche il parlare è
contrassegnato da un comune sentire fraterno. Potrebbe essere bello riscoprire con il gruppo lo stile delle prime comunità. Uno strumento potrebbe essere anche quello della fiction – va tanto di moda oggi. Nell’articolo “A.D la Bibbia” continua trovate una interessate recensione di una fiction americana che racconta la nascita della Chiesa in
una serie avvincente.
Who-are-your-heroes-sh_fmt17. Che non lo sappiano i genitori …

8. Desidero, desidero, desidero. Ma è giusto? I ragazzi sono chiamati a passare dall’istinto al desiderio, dal desiderio alla scelta consapevole, dalla scelta consapevole alla scelta buona. Non è un percorso impossibile per i ragazzi di oggi, molte storie di vita di ragazzi straordinari ancora oggi ce lo testimoniano: “La storia di Gianluca Firetti” è una
di queste. Un ragazzo di vent’anni gravemente ammalato, capace di convertire Don Marco.
9. Le prime “prove”: riesce, non riesce? Agli educatori posso dirlo: loro mi capiscono! Guardarli con simpatia  trasmettere pensieri veri e comprensivi. Accompagnarli. Senza manifestare curiosità o interesse eccessivo.
Saper essere sempre l’immagine del Padre misericordioso, capaci di aprire sempre le braccia. “Di nuovo amici” è una
riflessione sul tema della Riconciliazione, un capitolo non sempre facile, anche nella vita di un bravo educatore, ma fondamentale per poter essere immagini di quel Padre che attende alla finestra.
10. E se ne parlassi con Gesù? Chissà se gliene importa! La preghiera Eucaristica, il memoriale della Pasqua: un intenso articolo sulla Celebrazione Eucaristica, per non vivere delle Domeniche con superficialità. Educare alla preghiera è l’opportunità migliore per entrare in amicizia con il Signore, ma come possiamo educare alla preghiera
senza cogliere la grandezza della celebrazione domenicale? Durante la Messa il Signore ci offre la sua presenza viva, non è solo un mero ricordo di ciò che è accaduto è l’opportunità per stare con Lui in questo momento, in questo attimo, in questa mia vita.
11. E se gli educatori ne parlassero anch’essi con Gesù. Per non fermarsi alla riflessione teorica sulla Messa e per consentire ai ragazzi di “entrare in affari” con Gesù non dimenticatevi della Breve scheda di pronto intervento, un utile strumento per organizzare un incontro del vostro gruppo.

Abbiamo saltato il punto 7, non per scaramanzia, ma solo perché è dedicato ai genitori: un importante capitolo che richiederebbe molto spazio ed approfondimento, non potendolo fare in questo numero, li lasciamo un po’ in disparte
a loro dedicheremo pagine prossimamente.

Il filo rosso che ci guida nel n.10 di Sentieri

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COME FAR CONOSCERE IL SIGNORE AI GIOVANI SE NON ATTRAVERSO LA VIA DELL’AMORE?
Occorre promuovere una pastorale giovanile a partire dall’esperienza di Dio?
In questo articolo si legge la convinzione che può portare un giovane alla fede attraverso “belle esperienze” di incontro personale con il Signore.
Certamente è data all’uomo la conoscenza di Dio attraverso la mente, la ragione, ma è necessario che si arrivi a Dio anche attraverso i sentieri del cuore.

IL BEL PASTICCIO DELL’AMORE
Prosegue il percorso sul tema dell’affettività a misura di ragazzi: questa volta Giorgio e Silvia fanno una verifica dello scorso incontro di gruppo, durante il quale hanno presentato al gruppo dei ragazzi la loro relazione di coppia. Anche i ragazzi fanno la loro verifica, dalla quale emergono interessanti riflessioni, che consentono di tracciare alcune caratteristiche fondamentali di un educatore che vuole affrontare questi temi nel proprio gruppo. Le troverete sintetizzate in pillole lungo l’articolo…e non perdetevi il prossimo numero sul DECALOGO IN UNDICI PASSI.

IL DIO DEI VIVI, O IL DIO DEI MORTI?
I destinatari di questo articolo sono certamente i lettori con qualche anno sulle spalle – genitori, catechisti o sacerdoti – ai quali è rivolta una riflessione ed un invito, in merito alla quasi totale assenza dei giovani dalle nostre celebrazioni. Giovani che rivediamo nelle chiese gremite solo quando si celebra il funerale qualche compagno o amico morto tragicamente. Una presenza che non resta silenziosa, anzi che vuole quasi rumorosamente farsi presente: con gli applausi, i lanci di palloncini o i pensieri letti dall’ambone prima del congedo finale. Allora l’invito è innanzitutto quello di chiedere perdono a Dio per l’indifferenza e l’incapacità di affascinare questi ragazzi, e di imparare a sporcarci le mani con i loro dubbi uscendo dalle nostre convinzioni “di cristiani adulti e maturi”.

Depositphotos_12801503_optGLI SCONOSCIUTI DI FACEBOOK e L’ALTRA FACCIA DI FACEBOOK
Finalmente parliamo di Facebook: il social che ha coinvolto giovani e adulti in un comune raccontarsi sulla pubblica piazza virtuale di internet. In questo numero ne parliamo attraverso il racconto di una esperienza di un DON coraggioso che, non considerando il mondo social come il mondo del diavolo e della perdizione, lo sfrutta quale strumento di annuncio e soprattutto ne trae alcune interessanti “convinzioni”…da non perdere al termine dell’articolo. Continua poi la riflessione sul mondo di Facebook attraverso un approfondimento che, partendo dalla rilettura dell’esperienza del DON, confuta la convinzione che non è proprio vero che ”dipende dall’uso che se ne fa”, aiutandoci a distinguere quale sia il rapporto tra mezzi/fini e la loro separazione/unione.

“COME VORREI CHE NASCESSE UN’ALLEANZA, TRA IL TUO AMORE E IL MIO”
Adamo ed Eva erano nudi … non provano vergogna, ma dopo il loro peccato si nascondono a causa della loro nudità. Allora il peccato è solo una questione di sesso?

COME EDUCARE I GIOVANI ALLA CONVERSIONE E ALLA LIBERTA’
Distinguere tra peccato e senso di colpa, educare alla coscienza che ciò che dobbiamo confessare innanzitutto è il rifiuto di una proposta di amore e di comunione con Dio e non solo la trasgressione di norme e regole, capire che i comandamenti sono la via per vivere in amicizia e partecipare alla vita divina. Non sempre queste dimensioni sono chiare e ne abbiamo una piena e consapevole coscienza. Attraverso questo articolo è possibile aiutare ogni educatore a fare un proprio camino di riflessione ed approfondimento su questi temi ed aspetti della propria vita di fede, prima di parlarne con i ragazzi.

LA PRESENTAZIONE DELLE OFFERTE
Attira curiosamente l’attenzione la parola Didaché, che cosa sarà?
E’ un testo cristiano nel quale possiamo riscoprire la bellezza del popolo cristiano “stretto intorno alla mensa e costruito in un solo corpo dall’Eucarestia”. Viene descritto in modo molto bello il momento dell’offerta che è sempre dono della nostra vita perché sia unita a Cristo.
Perché la profondità del mistero offertoriale possa essere compreso dai ragazzi, è stata aggiunta anche una scheda di “pronto intervento”, suggeriamo un’attività per sperimentare quanto scoperto.

LA PROFONDITÀ DELLA SCIMMIA
Gabbani a Sanremo ha fatto sorridere molti con la sua scimmia nuda, che ironizzava sulla ricerca di spiritualità dell’uomo moderno, mentre altri hanno considerato la canzone come una accozzaglia di riferimenti a caso, con il solo scopo di vendere. Non sposando nessuna delle tesi in questo articolo siamo aiutati a rivedere la scimmia di Gabbani cambiando la prospettiva da cui lo osserviamo, soprattutto se siamo educatori o catechisti con qualche anno in più; la prospettiva in cui mettersi è quella di sempre, quella DEI RAGAZZI, in questo modo Gabbani potrebbe diventare una buona occasione per affrontare con loro tematiche “ostiche” come la ricerca della spiritualità, le scoperte della scienza, ecc. Buon lavoro…ballando…

SERVO DI DIO MATTEO FARINA
La santità è ancora possibile oggi: la vita di Matteo Farina, un giovane brindisino morto a 19 anni il 24 aprile 2009, ci dimostra come si possa diventare santi tra i banchi di scuola, vivendo una vita normale, seppur segnata dalla malattia e dalla sofferenza.

B DI BENEDIZIONE
Continua il glossario per rendere sempre più “vive” le parole che cadono sulla nostra testa, comprenderle meglio può aiutare a ritrovare un senso spesso perduto.

Il filo rosso del numero 9

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i ragazzi di ACi della Diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

*A cura di Donatella e Marco Carmine* In questo numero il filo rosso disegna un grande cerchio, dove comunque è facile distinguere il “capo” e la “coda”, ma dove c’è un nodo alla “marinara” che non si scioglie e resta il punto di riferimento.
Un nodo dal quale si parte ed al quale si arriva, quel nodo è il cuore di Dio con il quale stringiamo una forte relazione dentro la quale ci sentiamo figli …
IL PAPA: SIATE AUDACI, FATE SENTIRE IL VOSTRO GRIDO
…Figli che vogliono costruire il loro domani, in questa storia, per una società più giusta e fraterna. Giovani che vorranno accogliere l’invito del Papa a “esserci” nel Sinodo, che ha annunciato per l’ottobre 2018, sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Sarà una grande occasione perché i giovani siano nuovamente al centro della riflessione della chiesa. Sarà importante esserci e quindi iniziamo a preparaci.
QUANDO VIENE L’ORA DI GIORGIO E DELLA SUA DOLCE SILVIA
Vuoi scoprire che cosa succede quando si è veri, felici e impegnati? Questo è l’articolo giusto per te … quando si è presi dentro quel nodo rosso si è capaci di trasmettere le cose belle che stanno dentro la nostra vita. Continuano i racconti del nostro educatore Giorgio che questo mese ha deciso di presentare al gruppo dei suoi ragazzi la “sua ragazza” per continuare con loro una riflessione sull’amore di coppia e di come può essere vissuta una relazione che non brucia le tappe.
I TAU: QUANDO LA MUSICA E’ STRADA DI FEDE
Alcuni ragazzi della diocesi di Livorno sono riusciti ad essere molto creativi … per arrivare a comunicare che sono felici.
Nel 2011, in coincidenza alla GMG di Madrid, si sono inventati un gruppo “Rockettaro” che con musica e tanta fantasia ha messo in scena: “Dottore che sintomi ha la felicità”, “Trova la tua chiave”, “Ama e dillo con la vita”. Stanno sperimentando come la musica posso diventare un mezzo per farsi strada tra i giovani più lontani.
LEZIONI DI BEL CANTO
Quando voi giovani sapete stare con Dio e vivere la storia, questa storia in cui vi trovate, sapete trasmettere il bello delle cose, e “davanti alla bellezza di una proposta si genera un senso di grata evidenza … la musica da sempre è un linguaggio di grande potenza e di fascino”. La storia dei TAU viene riletta in chiave pedagogica per cogliere quali elementi ne hanno decretato il successo tra i giovani.
SIATE UMANAMENTE SANTI
All’inizio c’è una relazione …
IO ho bisogno dell’altro diverso da me per essere pienamente me!
TU sei diverso da me e per questo, puoi essere oggettivo, vedi l’immagine vera di me. Quando comunichiamo davvero con una persona e usiamo il TU si possono aprire delle porte sconosciute, anche quelle che ci mettono in comunicazione con Dio …
EDUCARE AL SILENZIO: LA FORZA DELL’AMORE
Il nodo della relazione resterà saldo nella misura in cui sapremo fare silenzio, perché dal silenzio nasce il dialogo. Nel nostro mondo costantemente connesso è necessario educare a momenti in cui si è “off line” per poter far maturare un cuore che ama e pensa. Troverai in questo articolo alcuni approfondimenti sul senso dell’educazione al silenzio.
VUOI IMPARARE AD AMARE? ESERCITATI NELLA CARITA’, QUELLA VERA
Quale forma di dialogo ci renderà capaci di amare a 360°, percorrendo tutto il cerchio del filo rosso?
La dimensione del servizio, della cura, dell’attenzione prenderà il nostro tempo e ci farà scoprire come sia bello riempirlo di cose significative che ci renderanno felici.
LA PREGHIERA DEI FEDELI
Solo nel cuore del nodo, quindi nella relazione intima con Dio, impariamo ad ascoltare la Sua Parola e coloro che hanno ascoltato la Sua Parola pregano, ma la cosa straordinaria è che non pregano per sé, ma per gli altri.
“Pregare per l’altro non vuol dire affidarlo a Dio perché sia Dio a rispondere al suo bisogno, ma affidarsi a Dio, prendendosi carico del bisogno altrui divenuto più importante del proprio.

Vuoi fare la prova di quanto hai letto in questo articolo?
Leggi LA LITURGIA SOLIDA CERNIERA TRA UMANO E DIVINO – Breve scheda di pronto intervento – e tu con il tuoi ragazzi potrai provare quanto sia vero, attraverso alcune indicazioni operative che possono aiutarti a proporre un “originale” momento di preghiera.

Se qualcosa non ti è chiaro, vai a cercare nel Glossario, inizia con questo mese una nuova rubrica che potrà aiutare la traduzione e dare qualche approfondimento delle parole chiave della vita di un “gruppo di parrocchia”.

La rivista numero 8 in breve

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Nel numero di questo mese trovate il racconto di esperienze educative decisamente interessanti e stimolanti spunti di riflessione, per educatori che non si accontentano: NOI CREDIAMO E RENDIAMO GRAZIE. Ogni domenica ripetiamo a memoria il Credo durante la celebrazione Eucaristica, proviamo a riscoprire il significato di questa preghiera con i tuoi ragazzi, perché la vivano con consapevolezza ed in pienezza.
Il Credo non è altro che “una storia di amore”. La storia di un Padre che ci ama, sceglie di venire tra noi, attraverso suo figlio Gesù Cristo e rinnova sempre la sua presenza con il dono dello Spirito Santo.
AMICI, GESÙ È IL SIGNORE DEL RISCHIO, È IL SIGNORE DEL SEMPRE “OLTRE” NO alla paralisi, SI al coraggio. NO alle riserve, SI ad essere giocatori titolari in campo. Riprendiamo anche in questo numero il discorso che Papa Francesco ha tenuto ai giovani a Cracovia.
Vale la pena di riprenderlo perché certamente può aiutarti nella costruzione dello stile che deve avere un educatore, un animatore agli occhi dei ragazzi che sono stati affidati alla tua attenzione.

filo rosso n 8
* Riscoprire, • Giocare Titolari, • Giubileo, • Camminare Insieme, Giovani Ecumenici, • Unità Nella Diversità, • Ci Sono Per Te, • Relazione, • Luce, • Volontariato, • Esprimersi, • Emozionarsi, • Nuove Forme Di • Evangelizzazione, • Coraggio, • Innovazione, Partecipazione, • Altro Che Sballo!, • Complessità Del Cambiamento, • Aspetti Pedagogici, • Relazione, • Amare, • Sesso

FELICITÀ È CAMMINARE
Leggi l’esperienza di un giubileo vissuto con giovani studenti, in molti casi neppur troppo credenti. Puoi trovare alcuni brevi pensieri di giovani che hanno vissuto l’evento anche senza molta convinzione, ma che potrebbero
essere anche interessati spunti di riflessione da utilizzare come strumento per iniziare un confronto in gruppo.

LA VERITA’ VI FARA’ LIBERI La dimensione catechetica eteologica della pastorale giovanile
Cosa vuol dire per te: fare unità ed essere giovane “ecumenico”? Vuol dire saper comprendere le ragioni degli altri e le radici della diversità, vuol dire vivere nella complessità della realtà, anche se ambigua e contraddittoria.Vuol dire credere che è importante  l’unità della Chiesa, è un cammino che deve interessare anche te e che è fondamentale
per rendere i gruppi cenacoli di amore e di unità, di accoglienza.

IL SALUTO
I nostri ragazzi ci interessano?
Come li salutiamo? Ci interessiamo veramente a loro? Le loro vite, domande, gioie e tristezze ci stanno a cuore?
Tutto parte dalla nostra capacità di esserci di dire “Eccomi, ci sono”, sono qui per te!
Questo articolo ci fa interrogare sul nostro modo di relazionarci con gli altri ed inevitabilmente con Dio.

UN PO’ DI LUCE
Si possono proporre ai ragazzi esperienze di volontariato?
Un po’ di luce è … la luce che emana da un’iniziativa di solidarietà, di accoglienza, di integrazione.
Se vuoi interrogarti su come sia possibile lasciarsi interpellare dalle povertà umane, potresti leggere come l’esperienza di volontariato raccontata possa essere davvero la luce che fa gioire il cuore e che fa dire: “la più grande ricompensa per noi volontari, è vedere quegli occhi che finalmente si riaccendono di speranza”.

A TORINO UNA PERFORMANCE MUSICALE DI SUCCESSO
Si possono trovare in Italia parecchie esperienze, anche straordinarie novità: una viene da Torino.
La pastorale giovanile di Torino riattiva il protagonismo giovanile, ha deciso di fare qualcosa per interessare e convocare giovani e adolescenti.
Ha pensato ad una “discoteca performativa”… un modo nuovo per far si che i giovani si raccontino, narrino se stessi e si sentano così: toccati, presi, vivi!

LA DISCOTECA COMUNICATIVA.
Se hai letto l’articolo relativo all’esperienza della diocesi di Torino, non puoi saltare questo pezzo, è infatti molto importante imparare a leggere le esperienze criticamente e in modo costruttivo.
Mettere in luce gli aspetti pedagogici delle scelte pastorali è consigliabile per affrontare la complessità del cambiamento del linguaggio, perché questo non sia semplicemente scegliere una “parvenza di modernità”.

DIO LE PENSA TUTTE
L’incredibile e straordinaria bellezza di essere diversi, maschio e femmina, opposti che si attraggono e che possono decidere di costruire una relazione o di “fare sesso”. Come possiamo vivere da educatori il nostro rapporto di amore e come presentarlo ai ragazzi del gruppo? In questo articolo potete trovare qualche spunto di riflessione personale, di coppia e trovare il modo in cui inserire questa vostra importante storia anche nella vicenda educativa con i ragazzi del vostro gruppo.

 

La rivista di Novembre-Dicembre

feature-autumn*di Marco e Donatella Carmine* Se pensi che la tua esperienza di educatore ed il tuo gruppo di ragazzi possano lasciare delle impronte nella storia, ti consigliamo la lettura di due articoli: ATTENTI ALLA DIVANO-FELICITA’, E’ UNA PARALISI CHE ROVINA LA GIOVENTU’ e QUANDO TI SENTI FREGATO!

Educatore vuoi uscire dal pregnante “individualismo” che abita questo nostro tempo? Leggi EDUCARE LE PERSONE NEL GRUPPO AD ESSERE APERTE. Aiuta i tuoi ragazzi ad accorgersi del mondo, tutto dipende da come imposterai la tua relazione con loro e i momenti di gruppo.

Ricordati di avere tra gli obiettivi quello di far crescere ragazzi aperti, capaci di abitare il loro mondo da protagonisti, in prima persona: famiglia, scuola, lavoro…Educare il cuore, la mente ad affrontare la vita quotidiana qualunque essa sia.

shutterstock_59576662SERIE TV ADDICTED?
Puoi anche scoprire che c’è una importante novità nel panorama del quotidiano … puoi informarti per esempio su quale sia la serie tv più seguita dai tuoi ragazzi,  da quali storie sono affascinati e perché.

Credi che ci sia una dipendenza? L’articolo ti aiuta a cogliere come sia importante parlarne, guardare insieme e confrontarsi per educare la capacità critica, non serve demonizzare o censurare, solo condividere.

 

IL CAMMINO DELLE 10 PAROLE
Il racconto di una esperienza  strutturata ed impegnativa che si sta diffondendo in molte diocesi italiane:  “il cammino delle 10 parole”. Si tratta di organizzare dieci sabato sera per riflettere sui 10 comandamenti sulla falsa riga dell’esperienza ideata da Don Fabio Rosini …

UNA BUSSOLA PER IL CAMMINO
Se credi che nella solita quotidianità siano importanti i punti cardinali, dai ai tuoi ragazzi la possibilità di vivere esperienze significative, come il cammino delle 10 parole, è una esperienza, che letta dal punto di vista pedagogico può far riassaporare al gusto delle parole.

I comandamenti, da tempo dimenticati, interpretati come “regole” superate, lasciati in disparte, ci hanno tolto la possibilità di dare una illuminante chiave di lettura ai fatti della vita.

CHE STRANA SENSAZIONE …
Storia di una relazione affettiva tra due ragazzine, per l’educatore la difficoltà di affrontare il tema, le risposte semplicistiche: “ognuno è libero … che male c’è”. Ecco, se vuoi approfondire il tema, trovare argomentazioni diverse, questo è l’articolo giusto!

IO E TU
Se vuoi andare ancora più in profondità sul tema della relazione nella differenza di genere, puoi leggere anche questo articolo. Le relazioni umane si arricchiscono proprio della dimensione dell’IO e del TU.

VANGELO
Gesù prese la Parola – Hai letto il Vangelo di oggi? Gli occhi erano tutti fissi su di Lui. Allora Gesù cominciò a dire …

Questo è lo spazio per lasciare che la Parola parli anche al nostro cuore perché la Sua Parola possa essere sulle nostre labbra e la nostra vita possa annunciare il Suo Vangelo.

Quali “effetti” produce la Parola, l’incontro con la persona di Gesù? Effetti straordinari che si verificano nelle scelte che facciamo ogni giorno. Scelte che passano attraverso il nostro carattere e i nostri limiti, ma sanno lasciare l’impronta.

Buona lettura!

Il numero di Ottobre: indicazioni per l’uso

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DONARE O FARE UN REGALO?

Sai che cosa è un dono? Mettere a disposizione, ma anche metterSI a disposizione, per condividere. Solo “mettendo a disposizione”  il proprio carisma (dono) scongiuriamo il rischio di fare della nostra vita un tempo di sterilità e grettezza. Un articolo, una canzone ed un film per Continua a leggere “Il numero di Ottobre: indicazioni per l’uso”

Sentieri verso il cuore dell’uomo

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*di Marco e Donatella Carmine*

Un numero di “Sentieri”, dove si indicano, individuano e suggeriscono sentieri che conducono a iniziare percorsi per giungere alla beatitudine del salmo.

Non sempre è facile trovare sentieri nel cuore degli altri e dei ragazzi che ci sono affidati, soprattutto nei momenti in cui ci troviamo senza parole, nei momenti drammatici della vita nei quali ci troviamo dinnanzi all’assurdità della morte di un giovane, quando “il silenzio è la prima risposta”. Un silenzio però fatto di vicinanza, di condivisione del dolore di un prof, che non si fa molte domande e parte per stare accanto ai genitori di un suo allievo morente (cfr. Quando la morte ti taglia la strada).

sentieri
Gesù non cova risentimenti, lui custodisce sentieri verso il cuore dell’uomo, conosce la beatitudine del salmo: beato l’uomo che ha sentieri nel cuore (Salmo 84,6). E il Vangelo diventa viaggio, via da percorrere, spazio aperto. E invita il nostro cristianesimo a non recriminare sul passato, ma ad iniziare percorsi.  (…) Noi siamo abituati a sentire la fede come conforto e sostegno, pane buono che nutre, e gioia. Ma questo Vangelo ci mostra che la fede è anche altro: un progetto da cui si sprigiona la gioiosa fatica di aprire strade nuove, la certezza di appartenere ad un sistema aperto e non chiuso. (Ermes Ronchi – Avvenire 23/06/2016)

E’ anche difficile trovare i sentieri giusti per arrivare a capire la gioiosa fatica del crescere, la “malattia” del diventare grandi. I ragazzi sembrano delle “pentole a pressione” che stanno per scoppiare, sono strafottenti e chiedono all’educatore e al genitore di esserci, di tracciare la strada giusta per fissare negli occhi il ragazzo come ha fatto Gesù.(cfr. Mi presento da solo, a scanso di equivoci)

C’è poi un campo particolarmente importante oggi, in cui dobbiamo aiutare i nostri ragazzi a trovare sentieri sicuri e non vie tortuose e forse anche un po’ pericolose: il mondo della rete. (cfr. Farsi prossimi nella rete)

Dobbiamo offrire ai ragazzi i sentieri lungo i quali trovare le parole per parlare con Dio, perché la fede non è una esperienza omologata e preconfezionata, ma un’esperienza personale di incontro e di relazione che, come tutte le relazioni sono originali, personali e non ripetibili. Provate a dare uno sguardo all’articolo Gloria a Dio e pace agli uomini che Egli ama, ci parla della preghiera di lode. Preghiera rara e forse anche difficile ma che può aprirci un nuovo sentiero di incontro con il Signore.

Se saremo stati capaci di lodare il Signore per quanto di bello ci ha donato, allora certamente diventeremo “Giovani di … Parola”, come quei giovani della Diocesi di  Fano – Fossombrone – Cagli – Pergola, che si sono avventurati lungo sentieri di incontro con la Parola di Dio.

L’esperienza pensata dai giovani è stata segno di un’autonomia che ha permesso di dare il nome ad una esigenza che si sono riconosciuti da sé. Hanno offerto uno spazio per riposizionare il rapporto tra l’agire e la Parola, che frequentemente nei nostri gruppi rischia di essere fagocitata dalle mille cose da fare. (cfr I fatti e le parole)

Il sentiero può essere anche quel cammino abituale, quella strada nota, quel ripetersi di passi che conosciamo che diventano quasi “rito”. E’ la routine che non è noia , ma occasione quotidiana per sognare, pensare, attendere, prepararsi e arrivare, così come il Piccolo Principe addomesticò la volpe. (cfr. Il rito e la vita)

La meta finale del sentiero è imparare ad Educare con il cuore di Dio costruendo una spiritualità che nasce da un intenso rapporto interpersonale di comunione tra l’uomo e Dio.

Notte e giorno, luci ed ombre: è la normalità della vita

disguiseViviamo dell’alternarsi del buio e della luce.

Tutto in noi è passaggio tra momenti di soddisfazione, gioia, entusiasmo e momenti in cui prevalgano la fatica, la tristezza, l’affanno; facciamo esperienza delle nuvole che oscurano il sole al punto di farci percepire il freddo, il dubbio e quasi l’assenza di Dio. “Perché non sento più nulla, perché il mio cuore è così freddo”?

Possiamo dire che può capitarci di vivere “la notte oscura dell’anima”.

 

Le notti buie nessuno le può negare negli impegni responsabili della vita, in alcuni casi si arriva a pensare di “voler gettare la spugna”, perché tutto ci dice che non ce la possiamo fare e si insinua in noi il dubbio: tutto questo ha senso? Caterina ci racconta “un’esperienza nata dalla  voglia di andare incontro agli altri”, un’avventura dove non sono mancate le ombre, dove però qualcuno ha avuto il coraggio di scommettere su tre giovani, che in ogni attimo si sono sentiti sostenuti, con la “consapevolezza di non essere soli”.

1502-0-1463147897Non è quello che dovremmo fare con i nostri ragazzi ?

 

Alcune scommesse si possono anche perdere, è “quando non c’è il lieto fine”. Barbara ha cercato di riempire lo spazio di solitudine di Rayan, ha dato calore e colore alle sue giornate, guardandolo attentamente ha saputo mettere in luce le sue capacità, tanto da riuscire a far fiorire un giardino profumato, facendo emergere una sensibilità profonda nascosta sotto “quella scorza di finto duro” perché “convinto che la sua vita non interessasse a nessuno”. Malgrado tutto il suo impegno forse … la notte di Rayan è rimasta senza stelle!

Ogni giorno
facciamo i conti
con la nostra
umanità

In tutto questo spazio e tempo di luci e ombre, facciamo i conti con la nostra umanità ed anche con il nostro corpo, lui ci presenta, ci mette in relazione, ci fa vivere anche alti e bassi! Un corpo che in alcuni casi facciamo fatica ad accettare, che vorremmo diverso, per il quale potremmo dire“ci mancava solo il corpo”.

Quante cose dobbiamo accettare di noi e degli altri, ma quante potenzialità!

Anche i ragazzi hanno il loro corpo da scoprire e apprezzare, che bello il ruolo dell’animatore che sa osservare “con occhi acuti e limpidi”, “non è malizioso oppure incuriosito, non attribuisce ai ragazzi atteggiamenti e intenzioni che invece appartengono a lui” e sa illuminare, anche con le fatiche della sua umanità, lo sguardo dei suoi ragazzi sul proprio corpo e sul corpo degli altri.

letting-seed-growPensando e guardando ai nostri ragazzi riusciamo a contemplare il miracolo di Dio?

Ed in questo corpo anche l’orecchio ha la sua parte … dobbiamo “educare all’ascolto nella pastorale giovanile”. “Dedicare energie e tempo all’ascolto” e l’ascolto vero e profondo richiede un cambiamento personale, una conversione e una disponibilità interiore. Sarà importante formarsi, conoscere tecniche di animazione, ma altrettanto importante è necessario ritrovare, prima di tutto in se stessi, la luce nel proprio cuore. “L’ascolto non può essere separato dal servizio”, serviremo i nostri ragazzi nella misura in cui sapremo entrare nel loro cuore e nel loro vissuto amandoli.

Pensando e guardando
ai nostri ragazzi
riusciamo a contemplare
il miracolo di Dio?

Entrare …ogni domenica ci capita di “Entrare nella celebrazione liturgica”, che vuol dire incontrare Cristo e per questo gioire e fare festa!

E’ provare sempre che questo incontro “non è solo sorprendente, ma incredibile” perché è Dio che ci viene incontro, è sempre sua l’iniziativa di invitarci e convocarci per la frazione del pane, dobbiamo solo imparare la gratitudine.

Se vuoi prepararti alla liturgia leggi i Vangeli delle prossimi domeniche … trovi anche un breve commento …

 

Dobbiamo approfondire sempre più il senso ed il significato che ha per noi questo incontro perché dobbiamo offrire ai nostri ragazzi, ai giovani che ci vengono affidati, delle piccole luci per illuminare brevi tratti della loro vita, attraverso cammini ed esperienze “Dove si cresce nella fede”, perché vivano la fede come esperienza di vita.

Se l’educatore apre tutto se stesso all’incontro con Dio scoprirà “la spiritualità del laico animatore”, deciderà consapevolmente di vivere ogni giorno alla luce della fede superando il buio della notte. Ogni attività sarà motivata dall’aver scelto consapevolmente Gesù Cristo, averlo messo al centro delle scelte di vita; solo Lui saprà aiutarci a maturare umanamente e spiritualmente in modo tale da “essere educatori e vivere come educatori”.

Ti prego Signore …  La tua luce rischiari le ombre della notte.

Marco e Donatella Carmine

giugno 2016

Profilo pubblico o Profilo privato?

filo rossoChi siamo veramente? Non possiamo nasconderci dietro un profilo “fake”, ma renderci visibili per quello che siamo

Oggi sempre più frequentemente, per poter entrare in un social o per scaricare un’app, ci viene chiesto di “profilarci”, di indicare e comunicare chi siamo.  Ci viene chiesto di definire la nostra identità, il nostro profilo che possiamo rendere pubblico o mantenere privato.

Ma se dovessimo definire il nostro profilo di educatori cosa dovremmo scrivere? Quali aspetti dovremmo rendere pubblici, per una efficace testimonianza? Quali aspetti non possono mancare per la crescita della propria spiritualità nel “privato” del proprio cuore?

Per fare una sintesi e trovare il filo rosso di questo numero di Sentieri abbiamo provato a compilare le Informazioni che ci chiede Facebook; strumento con il quale possiamo perdere del tempo o attraverso il quale possiamo cogliere l’occasione per costruire o rinnovare relazioni (cfr. Facebook è solo tempo perso?).

Dobbiamo inizialmente offrire una Panoramica di chi siamo, l’educatore non può celarsi dietro un profilo “fake” ma deve rendere visibile un movimento: “andiamo verso gli altri perché Qualcuno è venuto verso di noi”, raccontandolo e mostrandolo con “l’orgoglio con cui si mostrano le Nike nuove”, come i giovani del progetto Dona cibo (cfr. Quando i ragazzi insegnano a te).

E l’andare verso gli altri, verso i ragazzi ed i giovani che ci hanno affidato, comporta un Lavoro da fare “attrezzati con pala e picco, come si faceva una volta”, scavando con delicatezza nel loro mondo e nella loro vita per aiutare ogni ragazzo a trovare il “tesoro nascosto nel campo del loro cuore”. Un compito ed un lavoro che non può essere fatto “secondo schemi prestabiliti”, non funzionano con gli adolescenti…non hanno funzionato neppure con noi alla loro età…ci vuole “lo sguardo del cuore” che ha degli ingredienti specifici (cfr. Io: che rebus).

Se poi dobbiamo dare qualche indicazione sulla nostra Istruzione allora dobbiamo necessariamente ripensare a qual è oggi e quale è stata la nostra conoscenza della figura di Gesù Cristo, quanto lo abbiamo incontrato, come presenza viva nella nostra vita, e quanto lo amiamo e lo abbiamo amato. Fine ultimo della pastorale giovanile è infatti “far sperimentare, conoscere e incontrare il mistero di una persona: Gesù Cristo” e siccome il “percorso della pastorale giovanile è educativo ed interpersonale” non possiamo portare nessuno là, dove non siamo mai stati (cfr. Educare nella fede per incontrare Gesù nella carne dei fratelli).

I Luoghi in cui hai vissuto per un educatore devono essere per eccellenza quello della preghiera e della contemplazione. Si, proprio un luogo, uno spazio che consente un incontro con quel Qualcuno che ci è venuto incontro per primo. “Questa educazione al dialogo con Dio è sempre stato il compito di ogni educazione alla fede, di ogni itinerario di iniziazione cristiana”. Luoghi e momenti particolari che segnano la storia di ogni giovane ed anche di ogni educatore, momenti che restano impressi in modo indelebile nella storia di ognuno di noi: un campo scuola, una confessione, un colloquio con il padre spirituale. Ma non possiamo rimanere ancorati alle nostalgie di quei momenti, la preghiera deve diventare “una continua intercessione, fino a coinvolgere la concretezza delle proprie scelte”, ed anche quando la fatica, il buio ed il silenzio di Dio si fanno pesanti “non rimane che pregare di essere capaci di pregare” (cfr La pedagogia della preghiera).

Tra le Informazioni di contatto e di base inevitabilmente inseriremo la della comunità e la necessaria capacità di collaborare e condividere programmi e progetti con altri settori della pastorale. Non può esistere una pastorale giovanile avulsa dalla comunità, che vive nel suo mondo, gestisce i suoi gruppi, ma non innesca collaborazioni e relazioni nella comunità. In molti casi queste forme di lavoro con altre realtà e collaborazioni, possono innescare sinergie educative insperate (cfr. Viene e Vedi – Diocesi di Arezzo)

Il compito educativo diventa quindi efficace solo se realizzato in una comunità, è questa forse la definizione che dovremmo mettere alla voce: Familiari e relazioni. Una comunità dove tutti si mettono in discussione, quando le esperienze non sono significative per i ragazzi e la pastorale giovanile fallisce, per diventare capaci di inventare nuove esperienze e percorsi, che consentono di creare relazioni per rendere familiari gli ambienti della parrocchia, così come accaduto nella Parrocchia di San Tommaso a Certaldo (cfr. Esperienza a Certaldo).

Una capacità di novità che non è data dalla fantasia di un funambolico parroco, ma da un “atteggiamento riflessivo” di una parrocchia che inizia a “farsi delle domande, costruisce delle ipotesi, si chiede le ragioni del perché dopo la cresima nessuna proposta riesca a coinvolgere i ragazzi, senza porsi con atteggiamento giudicante o moraleggiante”. E’ proprio vero che “pensando, interrogandosi reciprocamente, prima o poi le cose saltano fuori” (cfr. Riflettendo sul post cresima).

Allora alla voce Le tue informazioni (su di te/ altri nomi / citazioni preferite) filo rosso2inseriremo Odysseus. Perché porsi in un atteggiamento riflessivo richiede la continua “ricerca che mette a confronto ciò che aspettiamo da noi stessi, ciò che gli altri credono di noi e ciò che noi riusciamo, via via, a scoprire della chiamata di Dio”. Sapendo che questo viaggio verso Itaca, non ci “mette al riparo dalla sofferenza, dal dubbio, dal buio”, ma certamente ci farà incontrare isole incantate, amori divini, porti sempre nuovi (cfr. La ricerca di sé).

Ma solo un educatore capace di costruire “una propria identità personale intorno a Cristo” e che si pone in “una ricerca costante e progressiva per far coincidere il proprio cuore con il cuore di Dio” sarà capace di fare sintesi e di rispondere alla domanda: Essere o fare l’animatore? (cfr. Educare con il cuore di Dio); e questo avviene solo costruendo una robusta spiritualità, nel privato del proprio rapporto con Dio, che si traduce e rende manifesta in una significativa testimonianza pubblica, nel proprio vivere quotidiano.

Per fare l’animatore?Basta far coincidere il proprio cuore con quello di Dio!