*di don Andrea Piccolo*
XXXII domenica del T.O. – 06 novembre 2016
“Dio non è dei morti, ma dei viventi” (Lc 20,27-38)
“Allahu Akbar” – “Dio è grande”.
E’ un grido che tutti conosciamo, un urlo che porta terrore e paura.
Quante volte abbiamo ridotto Dio ad uno scatolo porta idee personali?
Quante guerre, ingiustizie, crimini nel Suo nome per mettere in pace una coscienza morta e seppellita da tempo?
Non pensiamo ora però a cose grandi e lontane dalla nostra responsabilità, ma riflettiamo a tutti quei ragionamenti che nascono quando qualcuno ci fa del male: “spero che Dio ti punisca”; oppure quando qualcosa di male capita a qualcuno e non a te: “esiste una giustizia divina”.
Insomma, spesso non siamo di quelli che credono nel Dio dei viventi, ma a quello dei morti. Il Vangelo oggi ci rivela che Lui non potrà mai andare contro la vita, anche quando tutto ciò che viviamo oggi è morte, perché questo “tutto” è sempre orientato verso la Vita.
Gesù per primo ha vissuto questo passaggio: da una morte che lo voleva tenere prigioniero con la passione e la croce, al Padre che lo ha liberato facendolo risorgere proclamando la vita.
Attraverso lo Spirito proviamo a vivere questa settimana trasformando in vita ciò che di morte è in noi.
XXXIII domenica del T.O. – 13 novembre 2016
“Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta. […] Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.“ (Lc 21,5-19)
Viviamo nella società dell’immagine.
I nostri giovani sono bombardati da immagini che li spingono ogni giorno a lasciare qualcosa di loro stessi. Alcuni addirittura spendono la propria vita affinché la loro immagine rimanga per sempre, sia popolare, riconosciuta…
Oggi Gesù nel guardare la grandiosità del Tempio ci rivela come c’è un tempo per ogni cosa, specialmente per chi costruisce nel mondo, e quando questo tempo terminerà rimarrà solo quello che si è costruito per l’eternità.
Come si costruisce per l’eternità?
Facendo entrare Dio nella propria vita, nelle proprie scelte e progetti, nelle proprie relazioni, che ovviamente rispetta tua libertà. Si! Non ti tratta di essere un burattino nelle sue mani. Lui crede in te e nelle cose belle che puoi fare con i talenti che ti ha donato, e conoscendoti ti propone occasioni quotidiane per farli fruttificare rispettando i tuoi no.
Solo così allora si costruirà per l’eternità e vivere, già da ora, una vita piena di senso senza ansie e affanni nel costruire cercando di lasciare qualcosa di se nel mondo.
Questa settimana verifichiamo se c’è qualcosa che facciamo per l’approvazione degli altri e convertiamola in qualcosa che sia costruzione eterna.
XXXIV domenica del T.O. (Cristo Re dell’Universo) – 20 novembre 2016
“Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto“ (Lc 23,35-43)
“Dai dimostrami…”, “vediamo che sai fare…”, “se hai il coraggio…”.
Quando uno è Re non ha bisogno di dimostrarlo agli altri.
Quando uno è se stesso non ha bisogno di inventare modi per convincere gli altri.
La regalità è un dono che tutti noi battezzati abbiamo ricevuto nel battesimo, ed oggi in questa solennità Gesù ci insegna a come farla diventare uno status, a come viverla.
Il suo scettro, simbolo del potere, è l’Amore e la Misericordia.
Noi riusciamo a dispensarle nelle nostre giornate?
La sua corona è fatta di spine che entrano nella carne.
Riusciamo ad accettare la libertà che gli altri hanno di farci del male?
Il suo trono è il legno pesante su cui è inchiodato.
Sappiamo portare i pesi della vita e delle persone che Dio ci mette a fianco?
Ecco… al termine di questo anno liturgico è bene fare una piccola verifica su come poi iniziare dalla prossima domenica un nuovo capitolo di fede.
I domenica di Avvento – 27 novembre 2016
“Se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa“ (Lc 24,37-44)
Inizia un nuovo anno liturgico, e come a scuola anche la Chiesa ci fa delle raccomandazioni attraverso la Parola su come evitare di viverlo all’acqua di rosa.
Vegliare, questa è la parola-chiave che ci viene donata per evitare che lungo il corso della nostra quotidianità ci lasciamo sorprendere dal “ladro” che viene a scassinare il cuore e a svuotarlo lasciandolo con un profondo vuoto di senso e di amore.
Il ladro ha un nome: è quel tuo limite, quel tuo peccato caratteriale, emotivo, intellettivo che come spina nella carne spesso vuole insinuarsi e toglierti la serenità di vivere.
Oggi come oggi i sistemi di allarme sono diventati strumenti efficaci per prevenire rapine, e Gesù attraverso i sacramenti e la Chiesa ci ha fornito dei sistemi super efficaci.
Tra questi ve ne consiglio uno per quest’anno: la guida spirituale.
Ogni 2-3 mesi andare da un sacerdote e fare una verifica aprendo a lui tutto ciò che siamo senza maschere così da poter segnalare se abbiamo qualche falla nel sistema.