*di Luigi Cioni*
Andiamo al’inizio della storia dell’umanità: “Non è bene che l’uomo sia solo; gli voglio fare un aiuto ce gli corrisponda!” (Gen 2,18)
Ma che cosa vuol dire che gli corrisponda? Che sia uguale a Lui? O “Simile” come diceva la vecchia traduzione della Bibbia? Due esseri i cui profili si possono sovrapporre senza sbavature o diversità?
Il testo originale dice – addirittura – “un aiuto opposto a lui”; espressione che sembra una aperta contraddizione!! L’uomo “Adam” guarda a tutti gli animali creati da Dio proprio per lui, ma non trova un essere di suo gusto. Dopo la creazione della donna invece esclama: “Finalmente; questa sì che mi piace! A lei non devo dare il nome (come un padrone), perché Dio stesso le conferirà il titolo di progenitrice; a lei non devo comandare perché è dalla mia costola, dalla mia cassa toracica, dalla prossimità del mio cuore, dalla ‘casa’ dei miei organi vitali. Con lei posso costruire uno scambio, una relazione, una casa.
Dove io ho dei vuoti, lei li colmerà, dove io ho delle risorse riuscirò a colmare le sue mancanze. Così saremo “corrisposti”, complementari!
Sì, la riconosco!
Sì, tra le sue braccia posso abitare!
Sì la sua spalla sarà il luogo del riposo della sua guancia, del dono della mia apertura !”
Una lunga presentazione biblica per vedere il piano di Dio non solo sulla coppia matrimoniale,ma su tutte le relazioni; non fondata sull’uguaglianza, ma su riconoscimento dei punti di forza (o sulle mancanze) comuni, ma sull’altro come “diverso”, come risorsa, come nuovo che irrompe nella nostra vita.
Un filosofo del ‘900, E. Levinas, dice che basta guardare al volto dell’altro per riconoscere che io non sarò mai capace di comprenderlo, possederlo totalmente. Per cui, il volto dell’altro, in maniera immediata, mi dice “Tu non mi ucciderai! Altrimenti tutto quello che potrei portare nella tua vita, e che solo io possiedo, come essere unico ed irripetibile, tu lo perderai!”
Io e Tu, una logica che non si trova nell’uguale e nel diverso, ma sulla consapevolezza che tutti sono “diversi”, immediatamente ed irrimediabilmente, ma proprio per questo capaci di infinità ricchezza. Un IO e un Tu che diventeranno NOI; una realtà ben più ricca della somma dei singoli.
E tutto questo, come già detto, non solo nella relazione matrimoniale, ma in ogni relazione. Anzi vorrei dire nella “semplice” amicizia c’è, o ci può essere, qualcosa di più: la mancanza di responsabilità. Nessuno è più dell’altro, nessuno ha compiti precipui di educazione. C’è quel dono di cui abbiamo già parlato, che si fonda proprio sulla volontà pura di amore e, come abbiamo visto, nel disegno originario di Dio.
Aahh; una piccola cosa ancora: come abbiamo già meditato, se tutto questo è cristiano, lo è proprio in quanto “autenticamente umano” (cfr Gaudium et spes, 1).
Un film molto complesso, ma straordinariamente efficace: Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders (clicca sulla foto per vedere il trailer), narra la storia di un angelo che decide di diventare umano per amore di una donna (banalizzato fortemente da un remake intitolato City of angel di Brad Silberling. Per un film più semplice forse è migliore Noi siamo infinito di Steven Chbonsky