*di Luca Paolini*
C’è una importante novità nel panorama quotidiano pre-adolescenziale e adolescenziale degli ultimi due anni in Italia. L’arrivo della Serie Tv Mania che già oltreoceano imperversa da molto tempo. Mentre nel passato si potevano guardare le serie Tv scaricandole illegalmente dal web (e non tutti i ragazzi erano in gradi di farlo) oppure abbonandosi ad uno dei canali satellitari più diffusi, da ottobre dello scorso anno la mania delle serie Tv è esplosa grazie ad un nuovo cult, la Tv on demand via internet, per capirci i vari Netflix, Infinity Tv, Now tv ecc… La Tv commerciale ha trovato un nuovo mercato forse proprio nei giovani con scarse possibilità economiche e con gusti nuovi. Di fatto i costi ridotti di questi servizi (circa 8-9 euro al mese), la possibilità di vedere i diversi contenuti sui vari devices (TV, computer, tablet e smartphone), e la facilità di recesso con un solo click, hanno proprio facilitato il successo di questo nuova forma di televisione che è sicuramente più vicina al mondo giovanile e ai suoi linguaggi.
Come educatori non possiamo non interrogarci su un fenomeno nuovo, che forse va capito meglio e utilizzato laddove è possibile proprio ai fini educativi. Cominciamo con alcune considerazioni di carattere generale. I classici film costituivano e costituiscono ancora oggi, qualcosa che inizia e finisce, per certi versi il paradigma della vita di ogni uomo sulla terra. Il famoso “The End” dopo una bella e intensa visione di un film fa capire che tutto ha una fine e con questa fine (nel nostro paradigma la morte) bisogna prima o poi confrontarsi. Le serie Tv invece sono diverse: le serie Tv non finiscono, o meglio la loro fine è rimandata spesso molto avanti nel tempo, in alcuni casi forse non arriverà mai, perché la serie sarà interrotta dalla produzione per motivi di budget. Ma in generale si parla a volte anche di 10 o più stagioni e considerando che ogni stagione è composta da un numero variabile di episodi si può arrivare anche alla visione di 100 episodi di una sola serie.
E’ chiaro allora che i personaggi, le storie, i sentimenti che accompagnano la visione di una serie Tv accompagnano i ragazzi per un tempo spesso molto lungo, diventano parte della loro vita, delle loro giornate, del loro modo di pensare, delle loro opinioni. Ma non solo… A differenza dei film, anche di quelli che fanno parte di una saga, il tempo di attesa per vedere come andrà a finire, quel gusto di aspettare che significa educarsi alla pazienza, è ridotto al minimo. Le serie Tv sono spesso già pronte e gli episodi fruibili anche in rapida sequenza (la stessa Tv non appena finisce un episodio passa direttamente all’anteprima del nuovo). Potremmo definirlo il consumismo delle immagini e delle storie ma anche l’illusione dell’immortalità tipica del nostro mondo, che edulcora tutto e che somministrando dosi quotidiane di gioie effimere, impedisce di pensare alla finitezza e alla fragilità di quel vaso di creta, che è l’essere umano. Ma è da considerare anche il furto del tempo che viene sottratto allo studio, agli amici, alla famiglia, a Dio. E’ questo forse il pericolo se di pericolo si tratta, di questo nuovo fenomeno mediatico da non sottovalutare nella nostra azione educativa.
Si può parlare allora di dipendenza da Serie Tv? In molti casi si tratta di vera e propria dipendenza, sia per il tempo passato davanti allo schermo, sia per l’intensità e l’importanza che la serie Tv assume nella vita dell’adolescente. L’Educatore però non può assumere un atteggiamento censorio nei confronti di un fenomeno che è potente e molto trend. Il rischio è quello dell’incomunicabilità, della chiusura e quindi del fallimento dell’azione educativa stessa. Occorre a mio avviso cominciare a parlare con i ragazzi di quanto le serie Tv sono importanti nella loro vita, quanto tempo dedicano alla loro visione; che ruolo rivestono nei loro comportamenti, nel loro modo di pensare e di guardare a certe problematiche esistenziali, morali, le scelte e i comportamenti dei personaggi a loro cari. Si può anche decidere ad esempio di guardare insieme alcuni episodi di una serie Tv decisa dall’educatore stesso oppure dai ragazzi, per mettere in evidenza luci e ombre di questa nuova forma di comunicazione o viceversa utilizzare una di queste serie Tv per affrontare un determinato argomento. Nei prossimi numeri della rivista cercheremo di analizzare alcune di queste serie Tv per trovare spunti utili nel nostro lavoro con i ragazzi. Nel frattempo è bene cominciare a documentarsi per entrare in questo mondo con la saggezza e l’esperienza di persone adulte che hanno desiderio di capire e non di condannare. Anche qui la misericordia deve essere il faro che guida le nostre azioni.
DIPENDENZA?
Si può parlare di dipendenza da serie TV? in molti casi si, se non altro per il tempo trascorso da tanti giovani davanti allo schermo. Ma l’educatore non può assumere un atteggiamento censorio nei confronti di questo fenomeno, deve anzi cercare di capire che ruolo giochino questi programmi nella vita dei ragazzi e aiutarli a “leggere” le serie tv in modo intelligente e critico, magari proprio guardando qualche episodio insieme a loro.