1 maggio 2016 – VII domenica di Pasqua
“Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”
Amare qualcuno, non c’è cosa più bella!
Ciò che è fatica, peso, difficoltà, amando tutto diventa incredibilmente leggero e sopportabile. L’Amore dà quella spinta che ti porta a vincere la durezza del cuore e ciò che ne deriva: egocentrismo, pigrizia, mancanza di speranza e di misericordia.
Nel vangelo di oggi Gesù ci dice chiaramente che l’osservanza della sua parola, che è: donazione, sacrificio, speranza e misericordia; avviene solo se lo si Ama.
Se poi Cristo diventa nella mia vita Parola vivente, cioè concretezza e non solo fede intimistica o parole, il mio cuore, la mia vita diventerà casa della Trinità, casa dell’Amore.
I santi sono proprio quelli che si distinti per questa capacità di fare delle loro vita casa di Dio, un’abitazione che ospita il piccolo, l’indifeso, il debole, il povero.
A questo punto c’è da chiedersi: il mio cuore da chi è abitato?
Proviamo in questa settimana di mettere Gesù e la sua Parola al centro della mia quotidianità.
8 maggio – Ascensione del Signore
“Di questo voi siete testimoni”
Gesù ascende al cielo e affida ai suoi discepoli il compito più grande: essere testimoni.
Come posso testimoniare un amore come il suo, se per primo io sono quello che lo rinnega e lo tradisce? Attraverso questi limiti!
Il Risorto, ascendendo al cielo, non lascia sulla terra la Chiesa dei 12, quella dei perfetti, non lascia la Chiesa in mano a uomini infallibili. Lascia una Chiesa che può fallire, imperfetta, degli 11, fatta di uomini che come te e me sbagliano.
Il limite, il peccato, qualsiasi esso sia, non può diventare ostacolo a Dio, ma opportunità di farlo agire nella nostra vita.
In questa settimana cerca di vivere da testimone del Risorto, e se non riuscirai, affida quel limite a Lui che ti rialzerà affinché possa riprendere il cammino con una forza in più quella dello Spirito.
15 maggio – Pentecoste
“io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre”
Sono passati 50 giorni da quell’evento che ha cambiato il mondo e la storia dell’uomo.
Terminiamo con oggi il tempo di Pasqua con una consegna, quella dello Spirito Santo, detto anche Paraclito, cioè consolatore.
Penso che nei momenti duri della vita, quelli faticosi, bui, senza tante vie di uscita, tutti noi abbiamo nel cuore il desiderio di avere accanto un consolatore.
Pentecoste è per il cristiano la certezza che l’Amore tra il Padre e il Figlio diventa consolazione, persona divina che si affianca a noi discepoli del Risorto.
Lo Spirito come il vento non sai dove va o da dove viene, ma che c’è.
Per questo il cristiano deve sempre avere nel cuore un occhio vispo pronto a riconoscere il Paraclito nelle relazioni e vicende della vita. Non solo, noi tutti abbiamo il compito di essere veicoli di questa Consolazione verso quel fratello che Dio stesso ci mette affianco.
In questa settimana proviamo ad essere consolatori imparando a vivere la Pentecoste ogni giorno.
22 maggio – Santissima Trinità
“Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”
Dio sa bene che la nostra ragione di pone tante domande.
Chi sono? Da dove vengo? Cosa voglio fare della mia vita? Dio esiste o non esiste? Se esiste come può essere Uno e Trino?
Gesù in questo versetto, molto amorevolmente, cerca di essere per noi un personal-trainer della fede. Chi allena, conosce l’allievo e quanta fatica, può sopportare il suo fisico.
Il primo giorno nessuno ci farà alzare 100 kg!! Ma a volte succede che nella vita, i pesi ci vengono addosso all’improvviso: una notizia spiacevole, tradimento, problema economico, malattia, morte di una persona cara.
E quando questi pesi tentano di schiacciarsi, Gesù non rimane a guardare, manda lo Spirito a coloro che lo chiedono, l’unica forza che ci permette di non perdere la fede, la speranza, la carità, e noi stessi.
In questa settimana, quando vivrai un peso, o una persona proverà a condividere il suo, recita a voce o nella tua mente un “Gloria al Padre…”, e affidati a Lui.
29 maggio – Santissimo Corpo e Sangue di Cristo
“Gesù disse loro: voi stessi date loro da mangiare. […] Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste”
La festa di oggi è davvero particolare. La Chiesa ci chiama a fare memoria del Corpo e Sangue di Cristo. Come mai? Perché c’è amore e Amore. Quello che mette riserve, e quello che con la “A” maiuscola che non fa calcoli dando tutto ciò che ha.
Amare vuol dire lasciarsi “mangiare” dall’altro prendendo quei doni (vita, tempo, sorriso…) e quei talenti (consiglio, empatia…) che mi sono stati dati, e farli divorare da chi ha fame di ascolto, di amicizia, di amore. Solo quando tutto questo lo faremo senza calcoli o misure, Gesù affianco a noi moltiplicherà 100 volte tanto a favore dei fratelli.
In questa settimana nel fare un piccolo esame di coscienza pensa a chi hai trascurato un po’ e offrigli ciò che hai come dono e talento.