Felicità è camminare

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Un piccolo gruppo, una meta da raggiungere

*di Igino Lanforti*
La giornata prevedeva l’appuntamento alla Chiesa di San Martino in prossimità di un antico ponte che serviva per attraversare il fiume Frigido sulla via Francigena dove accanto alla chiesa esisteva un antico “ospitale” per i pellegrini. Il luogo era stato scelto perchè non molto distante dalla Porta Santa nella Chiesa Cattedrale della mia città.
Mi ero recato all’appuntamento con largo anticipo per accogliere gli studenti che avevamo invitato. Ma pochi minuti prima dell’inizio dell’incontro non era ancora arrivato nessuno. Ero già in preda a una sconsolata rassegnazione quando ecco tra le case spuntare due ragazze. Mi era venuto spontaneo andarle incontro e ringraziarle con un bacio in fronte. Poi altre… e altre ancora, poi dei ragazzi con la chitarra. Grazie a Dio, pensai dentro di me.
Aveva accolto l’invito uno studente ogni cento
Eravamo un piccolo gruppo. Aveva accolto l’invito uno studente ogni cento, ma noi insegnanti non eravamo delusi, sappiamo molto bene l’aria che tira tra i giovani di oggi quando si parla di andare in chiesa.

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I ragazzi ti vengono a cercare per essere confortati, per interrogarti, per farti conoscere il loro sentire

La cerimonia era stata pensata per non mettere in imbarazzo chi in chiesa non viene più, ma anche per permettere ai ragazzi di sperimentare, seppur in maniera simbolica, l’esperienza del “cammino” che, se affrontato con fede conduce a quella meta dove è possibile incontrare Chi ti ama così come sei. Per questo, dopo un breve accenno al senso del pellegrinaggio, ci siamo incamminati accompagnati da una canzone di Cesare Cremonini e…l’incanto era godersi un po’ la strada.
Il Vescovo Giovanni ci aveva accolto sulla scalinata della Cattedrale e aveva provocatoriamente chiesto ai ragazzi chi erano venuti a cercare… e perchè? Aveva capito benissimo che molti di loro si erano da tempo allontanati dalla Chiesa, ma li aveva simbolicamente presi per mano e li aveva condotti attraverso la Porta Santa a riflettere su tre tappe: Battesimo (fonte battesimale) Redenzione (crocifisso) ed Eucarestia (tabernacolo) poi li aveva ringraziati e salutati.
Io avevo cercato di essere molto discreto, soprattutto con le mie alunne e alla fine mi ero trattenuto in un angolo della chiesa, solo con i miei pensieri.
Ma ancora una volta i ragazzi ti guardano e ti vengono a cercare, per interrogarti, per essere confortati, per manifestarti il loro sentire, altri magari, dopo qualche giorno, ti mettono in mano un fogliettino con poche righe.
Alcuni di questi loro “pizzini” vorrei condividerli con voi.

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Rosa: durante il cammino a volte si incontrano dei bivi e a volte si deve rinunciare a qualcosa, anche di bello, per raggiungere la meta. È come dire che questa cosa è importante per me, ma quest’altra lo è molto di più. Io vorrei raggiungere la meta.
Alice: credo che questi appuntamenti siano interessanti per la fede di noi ragazzi, perchè ci avvicinano di più ai pensieri sull’essenza della vita, ci fanno ragionare, riflettere, rielaborare la nostra vita anche se siamo giovani, ma soprattutto ci fanno pensare!
Infine voglio condividere cosa ha detto Pamela. Alla fine della cerimonia era subito venuta da me e non le era sfuggita la mia emozione nel vivere un momento di preghiera con i miei alunni.
Testimoniare
è camminare insieme
e prima o poi…
Come altri, forse aveva visto che l’insegnante, in particolare quello di Religione, non è una figura educativa disincantata, che appare e scompare nella scuola, ma anche un testimone della fede, che fa un pezzo di strada con loro perchè è egli stesso in cammino.
Dopo qualche giorno mi ha scritto in un fogliettino:
Pamela: devo ringraziarti prof di avermi invitata, io non son una credente, ma nemmeno atea; forse semplicemente agnostica. Certo che se non vedo, non credo. Ma poi mi rendo conto che ci sono delle cose che non si possono vedere, eppure ci sono….La cosa che più mi fa rabbia è la mia incoerenza. Quasi sempre, anche durante questa cerimonia, non ho creduto, eppure, quando sono entrata in chiesa ho provato qualcosa di diverso…. ho guardato Gesù sulla croce e ho provato una sensazione strana, non so dire cosa, forse solo pena, forse senso di colpa di non saper credere a quell’anima così sofferente. Eppure questa cosa la rifarei, per vedere se prima o poi… Qualcuno ci precede.
Per questi ragazzi noi possiamo fare molto, o nulla… Chissà! Certo è un fatto che non stiamo lavorando da soli, Qualcuno ci precede e cammina insieme a loro conducendoli in vie misteriose. A volte è piacevole anche vederli camminare apparentemente da soli, ma saperli invece in ottima compagnia.

UN’OCCASIONE SPECIALE
Il Giubileo è stata una occasione veramente speciale.
Nelle Diocesi, c’è stata una grande risonanza per le aperture e le chiusure delle Porte Sante, e non sono mancate le iniziative e le riflessioni sollecitate da Papa Francesco. Eppure, non mi si tacci di eccessivo criticismo, se dico che da molte parti siamo stati testimoni di una disarmante “normalità” che si traduceva in una malcelata indifferenza verso la specialità dell’evento ecclesiale. Anche per questo mi ero trovato d’accordo con il Direttore dell’Ufficio Scuola sulla proposta di un “Giubileo degli studenti”. Troppo importante l’occasione di far vivere ai nostri ragazzi questo straordinario avvenimento. Il resto è nelle mani di Dio…