La presentazione delle offerte. I sentieri che offrono le parole per parlare con Dio

Un popolo stretto  intorno alla mensa
Un popolo stretto
intorno alla mensa

* di don Walter Ruspi* Salmo 116
1 Amo il Signore, perché ascolta
il grido della mia preghiera.
5 Pietoso e giusto è il Signore,
il nostro Dio è misericordioso.
Che cosa renderò al Signore
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore,
davanti a tutto il suo popolo.
Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.

La Didaché o Dottrina dei dodici apostoli è un testo cristiano, probabilmente scritto in Siria tra la fine del I e il II secolo, contemporaneo ai libri più tardivi del Nuovo Testamento. La Didaché contiene una catechesi della “via della morte” e della “via della vita”, un itinerario di conversione verso il battesimo ove si presentano indicazioni morali che sottolineano la novità della vita cristiana o la “via della vita” nella comunità ed offre i testi liturgici per la celebrazione del battesimo e per l’eucaristia. Infine parla dell’organizzazione della Chiesa, nei suoi diversi ministeri e carismi, e nelle pratiche liturgiche.

L’OFFERTA DI SÉ STESSI  La presentazione delle offerte non è un semplice rito per disporre pane e vino sull’altare ma è la celebrazione del dono della propria vita. Noi, uniti a Cristo, possiamo essere strumenti di salvezza. Come chicchi di grano che macinato diventano pane e acini d’uva che pigiati diventano vino.
L’OFFERTA DI SÉ STESSI
La presentazione delle offerte non è un semplice rito per disporre pane e vino sull’altare ma è la celebrazione del dono della propria vita. Noi, uniti a Cristo, possiamo essere strumenti di salvezza. Come chicchi di grano che macinato diventano pane e acini d’uva che pigiati diventano vino.

Nel racconto della celebrazione dell’Eucaristia troviamo le mirabili espressioni che ci parlano dell’unità del popolo cristiano stretto attorno alla mensa e costruito in un solo corpo dall’Eucaristia. Ma questa unità nel Corpo di Cristo è preparata del dono di ciascuno, dalla partecipazione della vita di ogni credente, e viene straordinariamente descritta in modo plastico con l’immagine dei chicchi di grano che macinati diventano pane e degli acini d’uva che pigiati diventano vino.
Così la Didachè invita a pregare durante la preparazione all’offerta eucaristica.
Riguardo all’eucaristia, così rendete grazie:
Dapprima per il calice: Noi ti rendiamo grazie, Padre nostro, per la santa vite di David tuo servo, che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli.
Poi per il pane spezzato: Ti rendiamo grazie, Padre nostro, per la vita e la conoscenza che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli.
Nel modo in cui questo pane spezzato era sparso qua e là sopra i colli e raccolto divenne una sola cosa, così si raccolga la tua Chiesa nel tuo regno dai confini della terra; perché tua è la gloria e la potenza, per Gesù Cristo nei secoli.
Queste parole sono diventate un testo di preghiera più esteso ove si descrive la molteplicità dei chicchi che macinati e cotti diventano un pane profumato e gustoso, e come i molti chicchi pigiati e cotti dal fuoco della fermentazione diventano un vino generoso, così la vita del cristiano nutrito dal pane eucaristico viene trasformata in un’offerta gradita. Il pane e il vino diventano cibo e bevanda di salvezza perché trasformati dal fuoco dell’amore dello Spirito Santo.
95fb09e6-ba7c-467f-a9c_optQuesta preghiera ispirerà il vescovo e martire Ignazio di Antiochia che di fronte alla morte prega i fratelli cristiani di non intervenire per salvarlo dal martirio, ma si sente un’offerta presentata a Dio:
Sono frumento di Dio: che io sia macinato dai denti delle belve per divenire il pane puro di Cristo. La mia passione è crocifissa, non c’è più in me il fuoco della carne: un’acqua viva mormora in me e mi dice: Vieni al Padre.
La presentazione delle offerte non è un semplice gesto rituale funzionale alla celebrazione, quasi solo per disporre pane e vino sull’altare, ma è la celebrazione rituale del dono della propria vita perché sia unita a Cristo e lo Spirito Santo la trasformi in salvezza per i nostri fratelli.

Il forte abbraccio di Cristo sperimentato in gruppo. Sulla Mensa è noi stessi che presentiamo.
Il forte abbraccio di Cristo sperimentato in gruppo. Sulla Mensa è noi stessi che presentiamo.

Il momento delle offerte non è un “time out”. Breve scheda di pronto intervento
di don Rosario Rosarno
Molte volte il momento dell’offertorio diventa il tempo per scambiarsi due parole sulla settimana trascorsa o guardare intorno a noi per vedere come si è vestito quello o quella. Anche se noi educatori non ci facciamo caso, il rito della presentazione dei doni, quando non è coinvolgente in modo gestuale, nella mente dei ragazzi può diventare un ‘time-out’ durante la celebrazione: come a dire “ok, ora facciamo una pausa da seduti e poi avanti con l’ultima fatica tutta in piedi”.
Come hai letto nell’articolo di don Walter, la presentazione dei doni è molto di più! Ma come farlo capire ai ragazzi…e come capirlo noi? Il senso dell’offerta di noi stessi è abbastanza comprensibile dai ragazzi. Forse però potremmo puntare sul far capire con un’attività cosa succede in quell’offerta, nel momento in cui il sacerdote presidente dice «il mio e il vostro sacrificio siano graditi a Dio».

Facciamo disporre i ragazzi all’interno di un cerchio immaginario. Di questi terremo con noi due volontari. Invitiamo i rimanenti a porsi sul pavimento e ad abbracciarsi/aggrapparsi/aggrovigliarsi tra loro. L’educatore, insieme ai due volontari, cercheranno in tre minuto di tempo a “staccare” più persone possibili. Chi viene “staccato” aiuterà l’educatore a staccare gli altri. Al termine dei tre minuti chi è a terra dovrà “staccarsi”, cambiare compagni di aggrovigliamento e “riattaccarsi”. E si ricomincia. Così per altre tre volte. Vince chi, al termine dell’attività, rimarrà ancora aggrappato all’altro.

16807817_7194407282312_optDopo l’attività è bene spiegare ai ragazzi che durante il momento della presentazione dei doni nella Liturgia avviene come nel gioco: ciascun nostro sacrificio fatto durante la settimana appena trascorsa e “presentato”, appunto, in quel momento con una nostra intenzione particolare, confluisce insieme a quelli che mi stanno accanto e anche a quelli che, seppur fisicamente non in chiesa, offrono i propri sacrifici a Dio. Questo “mix” diventa indissolubile nel Corpo e nel Sangue di Cristo, il nostro sacrificio si unisce a quello di Gesù, le nostre croci quotidiane (e ce ne sono tante!) insieme alla Croce di Gesù Cristo. E così come hanno appena sperimentato i ragazzi che i forti abbracci non possono essere “staccati/spezzati”, anche il forte abbraccio di Cristo a ciascuna delle nostre croci non verrà mai staccata, in modo da essere anche noi “presentati” su quella mensa insieme al pane e al vino.
Il forte abbraccio di Cristo sperimentato in gruppo.