Il mondo dell’educazione, si trova oggi ad affrontare una sfida importante direi epocale, che è quella dell’incontro con i “centennials”, come vengono chiamati i giovani adolescenti nati dopo il 2000, che sono i principali soggetti dell’intervento educativo di scuole e parrocchie. Una sfida difficile perché in pochi anni le mode, il linguaggio, i gusti degli adolescenti sono cambiate radicalmente per l’arrivo nel panorama culturale ma soprattutto commerciale delle nuove tecnologie. Infatti, mentre nel passato le generazioni cambiavano al ritmo di 20-30 anni, oggi questi tempi si sono molto ristretti e ogni 3-4 anni ci sono nuove mode, nuove parole, nuove tendenze che richiedono da parte dell’educatore uno sforzo di aggiornamento e “inculturazione” non indifferente. Per fare un esempio, gli adolescenti di 20 anni fa avevano a disposizione solo il computer, la Tv, la Playstation e il cinema. In venti anni il “background digitale” degli adolescenti è cresciuto a ritmi vertiginosi e oggi comprende: Tv on demand (Youtube, Netflix ecc…), Smartphone, Tablet, Computer, Social Network, Cinema in 3D, Realtà virtuale, Realtà aumentata, Consolle di Gioco (XBox, ecc), Visori 360°, Film interattivi. La scienza ha cercato di andare di pari passo con questa evoluzione, basta pensare alle sale operatorie di 20 anni fa e a quelle di oggi, dotate di sofisticatissimi sistemi di intervento chirurgico robotizzato e comandato a distanza tramite joystick. La scuola sta cercando con grande fatica e grandi ritrosie da parte di molti docenti, di innovare la didattica ed ha introdotto nelle classi la LIM o un monitor interattivo, ha avviato numerose sperimentazioni, a partire dalle Classi 2.0 e Scuole 2.0, che hanno implementato l’uso dei devices a scuola, la robotica educativa, il coding e il gaming. Che dire invece della Catechesi? Le nostre aule di catechismo sono rimaste ancorate saldamente al passato, spesso molto lontane dal mondo degli adolescenti: ambienti freddi, spogli, senza nessuna connessione ad internet, nessuna LIM o videoproiettore, nessun tentativo (tranne rari casi) di usare i nuovi linguaggi per gettare le reti nel mare delle nuove generazioni per farne dei cristiani adulti e consapevoli. E non si tratta solo di usare la tecnologia, ma anche di conoscere il loro mondo, la loro lingua che spesso è già diversa anche da quella degli educatori più giovani. Parole come postare, taggare, tweetare, screenshot, selfie, linkare, loggare, baggato, spammare, spoilerare, hashtag, avatar, meme, bannare, trollare, youtuber, nabbo, pro, shoppare, bro, sis, sono sconosciute alla maggior parte dei catechisti di oggi. Eppure spesso basta pronunciarle per ottenere la loro attenzione e aprire un varco nel loro cuore! Purtroppo siamo in ritardo, gli stessi sussidi ufficiali per la catechesi risalgono agli anni ’70, niente a che vedere con i libri sui quali studiano oggi i ragazzi fatti di una grafica e di immagini accattivanti ma anche di realtà aumentata o realtà virtuale, visibile semplicemente con lo smartphone. C’è bisogno di un radicale ripensamento della catechesi oggi che non può prescindere da una attenzione costante e puntuale al mondo che circonda gli adolescenti. L’educatore di oggi deve essere come quel padrone di casa di cui ci parla il Vangelo di Matteo, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche.
Vediamo come muovere i primi passi verso un nuovo modo di fare catechesi oggi, più attento al mondo che gira e ai nuovi linguaggi. Premettiamo che un eventuale uso della tecnologia deve avere un suo senso nell’ora di catechesi: la trasmissione dei contenuti della fede con un linguaggio nuovo! Non deve essere dunque qualcosa di forzato o peggio ancora di giovanilistico per fare colpo sui ragazzi. Solo avendo ben chiaro questo concetto, si può provare a sperimentare i nuovi linguaggi che sicuramente toglieranno quella che i ragazzi sentono come un patina di vecchio nell’ora di catechesi e nel messaggio del Vangelo.
Per tutti coloro che volessero cominciare a creare momenti di catechesi più innovativi suggerisco innanzitutto di parlare con i ragazzi per farsi raccontare il loro mondo, i loro neologismi, dove insomma batte il loro cuore. E’ un lavoro che non si può fare una volta sola, ma deve diventare una attitudine dell’educatore, quella dell’ascolto continuo e appassionato. I ragazzi non sono vasi vuoti da riempire, hanno una loro vita, delle loro passioni spesso in continuo mutamento, che l’educatore deve saper accogliere in ogni momento. La “lezione” di catechesi deve poi uniformarsi al modo di apprendere dei ragazzi che oggi non è più solo verbale, ma è fatto di interattività, di autorialità, di continui input/output (provocazioni, domande, attività diversificate anche all’interno di una stessa ora). In questo senso si la tecnologia che i ragazzi hanno a disposizione ci può aiutare. Se la parrocchia ha la possibilità di dotarsi di un pc e di un videoproiettore o una LIM, esistono numerose applicazioni web oppure per smartphone che possono aiutare il catechista e rendere la “lezione” più interattiva. Vediamone qualcuna:
– Mentimeter – permette di creare brainstorming con nuvole di parole che si creano instantaneamente, sondaggi, quiz ecc…
– Hypersay – con Hypersay si possono creare presentazioni in stile powerpoint, che appariranno sullo smartphone dei ragazzi, i quali potranno interagire con il catechista
– Padlet – Bacheca interattiva dove lasciare commenti, immagini, messaggi vocali…
– Kahoot – applicazione per creare quiz interattivi
– Steller – applicazione che permette di creare storie in stile Instagram
– Minecraft, Fortnite – applicazioni molto amate dai ragazzi che permettono di creare mondi virtuali
– Autorap – semplice applicazione che trasforma testi in musica Rap
– Textingstory – semplice applicazione che simula i dialoghi in stile whatsapp
Queste applicazioni funzionano senza nessuna registrazione da parte dei ragazzi e sono quindi ben utilizzabili anche in una sola ora di catechesi. E’ importante però sottolineare che prima di lanciarsi in questa avventura il catechista deve capire bene il funzionamento di queste applicazioni, ma ancor di più deve valutare l’opportunità di inserirle all’interno dell’ora di catechesi magari gradatamente. Ci potrebbe essere il rischio ad esempio di un utilizzo improprio dello smartphone da parte dei ragazzi, che non gioverebbe certo all’immagine della catechesi in parrocchia. E’ bene perciò dosare il loro utilizzo, finalizzarlo ad uno scopo ben preciso e comunque subordinarlo ad un comportamento corretto e responsabile da parte dei ragazzi. Nel momento in cui i nostri ragazzi percepiranno che la tecnologia non è vista come un nemico da parte dell’educatore ma come una opportunità, apprezzeranno anche momenti di “deserto”, di dieta mediale, nel quale l’educatore immerso nel loro mondo e dalla loro parte, potrà far loro assaporare occasioni di disconnessione dei quali sicuramente i ragazzi apprezzeranno i benefici e la novità.
Usare Mentimeter per fare Braistorming.
L’applicazione Mentimeter permette di fare brainstorming creando nuvole di tag, sondaggi, bacheche di messaggi, interagendo insomma in tempo reale con il cellulare dei nostri ragazzi. Se vogliamo creare una nuvola di parole che i nostri ragazzi andranno a riempire, colleghiamoci al sito www.mentimeter.com. Clicchiamo in alto a destra su “Get Started” e inseriamo i dati richiesti. Una volta fatto il log in clicchiamo sul pulsante “New presentation” e successivamente diamo un nome alla nostra presentazione. Nella schermata che segue abbiamo diverse opzioni disponibili, nel nostro caso scegliamo “Word cloud”.
A questo punto inseriamo il titolo della nostra nuvola di parole ad esempio “Definisci la Chiesa con una parola”. Per rendere la nostra presentazione interattiva clicchiamo in alto a destra sul pulsante “Present”. Ai nostri ragazzi dobbiamo dare solo il sito al quale collegarsi www.menti.com e il numero che apparirà in alto a destra. Con questi soli dati saranno in grado di interagire con il nostro computer, tablet, smartphone, LIM e inviarci le loro parole. Vedrete che immediatamente si comincerà a formare la nostra nuvola di Tag con le parole più grandi o più piccole a seconda della frequenza di utilizzo da parte dei ragazzi.