IL VOLTO SOCIAL DI CARITAS LIVORNO E IL LOCKDOWN

*di Irene Carlesi*

Il mondo in cui viviamo è letteralmente dominato dalla presenza dei social o di altre piattaforme digitali. Durante il lockdown abbiamo
cambiato ancora di più le nostre abitudini, cercavamo notizie sui social per sapere cosa stava succedendo, cercavamo conforto e risposte
alle nostre paure, dubbi, domande. Molti di noi sempre di più si sono trovati a fare la spesa online o scaricare libri o riviste digitali senza bisogno di uscire di casa ed andare in negozio. Il mondo digitale è divenuto più importante e più presente nelle nostre vite. Chiusi nelle nostre cose, lontani dai nostri amici, dai nostri nonni, dai nostri compagni di classe, abbiamo creato una seconda vita virtuale, reale e presente ogni giorno. Grazie ai social abbiamo potuto continuare a scambiarci idee e opinioni, a parlare di noi, a vedere i nostri amici, a essere informati. Tutti, proprio tutti, hanno dovuto ripensare un nuovo modo di pensarsi, di narrarsi, di farsi vedere, di chiedere aiuto ed aiutare. Anche noi di Caritas Livorno.
Caritas Livorno durante l’emergenza sanitaria ha lavorato a pieno ritmo, volontari e operatori impegnati nell’aiuto di molte famiglie in difficoltà economica, di anziani soli, di persone impossibilitate a muoversi per fare la spesa, o in isolamento fiduciario.
Per noi in questo periodo usare Facebook, Instagram e il nostro sito Caritas è stato un modo per raccontarsi alla città, per promuovere aiuto concreto, per promuovere una cultura e una pedagogia della carità, nell’ottica di uno sviluppo integrale dell‘uomo. (Laudato Si’)
Attraverso un impegno di comunicazione quotidiano abbiamo condiviso esperienze, preoccupazioni e gioie. Abbiamo portato testimonianza di responsabilità sociale di molti volontari impegnati nell’aiutare l’altro, abbiamo chiesto alla città di Livorno di essere con noi in ogni momento, di agire con noi. Grazie ai nostri appelli Social molte persone si sono presentate ogni giorno al Villaggio della Carità per sostenerci con il loro tempo e le loro donazioni, promuovendo una cultura dell’incontro. Abbiamo promosso la raccolta alimentare e abbiamo potuto ringraziare chi ci ha aiutato. Grazie ad un servizio telefonico “Pronto ti ascolto” ci siamo fatti vicini
a chi era nel bisogno, ascoltando, informando, accompagnando, con una voce, una parola, un gesto.

Un’asta online di solidarietà ci ha permesso di superare l’isolamento del Covid: è stato un momento di svago, di condivisione pubblica, nel quale abbiamo potuto raccogliere fondi a sostegno delle famiglie più bisognose della nostra città. Foto, interviste, video, emozioni, sensazioni, una sorta di diario online che testimonia l’agire di molti, in un periodo di fermo, di paure, di stasi. Parlare di noi sui social ha significato e significa raggiungere le case, le famiglie, le persone. Un’occasione unica per vivere narrando la città dentro la città, il quartiere dentro il quartiere, rafforzando il senso di comunità, di appartenenza, attraverso una passione per il lavoro, per il volontariato che porta con sé il rispetto della dignità umana. Dopotutto dei social, non si può più farne a meno. Usati bene, coerentemente, rappresentano un modo nuovo di pubblicare istanze, di fare giornalismo, di dare e fare notizie, di non dimenticare e di dare senso e significato al nostro agire: e tutto, tutto, tutto ciò che pubblichiamo è “la prima bozza della Storia”.