*di Dario Caturegli
Non tutto è possibile, neanche al giorno d’oggi pur con una scienza e una tecnologia che consentono, per esempio con il 5G e i robot, di guidare operazioni chirurgiche a distanza d’oceano… ma la fantasia ‘verosimile’, direbbe Manzoni, supera la scienza e lo rende già possibile. Proviamo così a immaginarci un dialogo tra un diciottenne e Dante mentre aspettano la metro in una stazione isolata o desolata…
GIOVANE: Senti, Dante, visto che siamo soli e la nostra conversazione non sarà oggetto
d’interrogazione, me la togli una curiosità che mi porto dietro dalla terza, da quando ti ho conosciuto: ma come sei riuscito a riveder le stelle, e per ben tre volte, con tutte queste tenebre? In fondo sei tu che sei stato esiliato in contumacia, giovane a 36 anni; sei tu che non hai più rivisto tua moglie Gemma, nei lunghi anni dell’esilio, sei tu che sei finito isolato anche dai tuoi compagni di partito, i ‘bianchi’; sei tu che hai dovuto sopportare l’ospitalità cordiale, ma sempre donata e precaria, dei Signori del ‘300; e sei sempre tu che hai rivisto i figli solo nell’ultimo anno della tua vita, figli che certo non ti hanno nemmeno riconosciuto, avendoli tu lasciati quando erano bambini: proprio una vita da sfigato, permetti!
DANTE: Ma sempre in piedi, sì sempre in piedi! Senza genuflessioni a caccia di consensi, e al tempo stesso senza perder la speranza! Come ho fatto? Eh.. mi verrebbe da dire: sono stato un duro, non mi sono piegato a costo di pagarla cara.. ma sarei presuntuoso (d’altra parte ti ricordi che anche l’avo Cacciaguida nel Paradiso allude al peccato di superbi per gli ‘Aldighieri’..); no il fatto è che, a parte un primo momento
-isolato- nella selva oscura, non sono stato mai solo; anzi, ho avuto un’infinità d’aiuti, compagni di poesia, esempi di virtù e.. le tre Donne che mi hanno acciuffato per i capelli mentre ero nella selva (e lo sai che ognuno di noi prima o poi incontra nella vita.. la selva: del traviamento, del fallimento, o anche semplicemente dell’abbandono..).
GIOVANE: Le tre Donne? Ti riferisci a Beatrice, Gemma e le altre dei compagni Guido (Cavalcanti) e Lapo (Gianni)?
DANTE: No, lascia perdere quel sonetto, qui in ballo non c’è la letteratura, ma la vita, la mia ma anche la tua: ascolta! La prima cosa che ho imparato è che quando sei ‘fritto’ (dite così, vero, voi giovani?) e io lo ero davvero: morta Beatrice, la politica a Firenze così convulsa che mi aveva portato anche a punire il miglior amico..; nel disorientamento più cupo, proprio quando non sai dove batter la testa, è lì che ho trovato
luce e guida. Sì, ricordalo anche tu, è proprio quando sei nel mezzo di una crisi che sei più disponibile a ricevere l’aiuto che il Buon Dio non ti fa mai mancare. Anzi: nel mio caso, ma potrebbe essere anche il tuo, Dio ha proprio esagerato!
GIOVANE: Ma se ti sei trovato.. all’inferno!
DANTE: Ma è proprio qui che è successo il primo miracolo, e Dio ha.. esagerato! Di fronte a me pieno di sconforto, senza meritarlo e senza chiederlo, si è mossa la Vergine, che ha coinvolto Santa Lucia, che a sua volta si è recata da Beatrice; e Beatrice mi ha dato la miglior guida che fosse sul mercato: Virgilio! Non solo da me studiato e amato, ma una delle più grandi autorità nel Medio Evo. Diciamo come se tu, quando hai da scrivere un tema, ti facessi aiutare da Manzoni e a matematica da Einstein! Capito?
Non siamo mai soli ed è proprio nel buio che si intravedono meglio i bagliori dell’alba! E’ così che è incominciato il mio lungo percorso dall’Inferno al Paradiso: quanta fatica (e a volte anche quanta paura) ma quando lo scopo è definito e ben chiaro, allora si va avanti, comunque! Tu ce l’hai, vero, uno scopo nella tua vita? E poi è buffo: a volte Dio si serve anche del ‘diavolo’ per farti capire alcune cose e incoraggiarti: sai chi mi ha dato una delle prime certezze che avrei superato l’inferno e mi sarei salvato? Proprio Caronte che non voleva traghettarmi e nell’opposizione (poi superata comunque da Virgilio) mi anticipò che sarei stato traghettato con una imbarcazione
piccola e veloce: che capita proprio a chi si salva e accede al Purgatorio. Quindi, ricorda, tutto è guidato da Dio, e la speranza non deve mai mancare!
GIOVANE: Incredibile, quello che tu come uomo hai incontrato (sei un uomo come me in fondo, anche se io a volte capisco poco le tue terzine…). Ma dimmi: quali sono gli incontri più difficili o belli che hai fatto?
DANTE: Sono così tanti che ho dovuto scrivere 14.233 versi! Ma, certo, alcuni sono stati davvero coinvolgenti!
GIOVANE: Quali?
DANTE: Come non ricordare quando, in una bufera che mai si placa, ho incontrato ancora abbracciati Paolo e Francesca? Pensa: morti trucidati e ancora abbracciati! Ed erano ancora tutti imbevuti di quei racconti d’amore che allora andavano molto: le storie di Lancilloto e Ginevra e anche la mia poetica del Dolce Stil Novo, dove tutto è amore, la forma è secondaria, tutta la poesia è come una fiamma che si accende dal cuore! .. fiamma, ahimè, questo l’ho capito bene per la prima volta proprio lì davanti a Francesca, che può portati alla morte: a peccare non rispettando la fedeltà del matrimonio e alla violenza omicida generata da emozioni d’amore assolutizzate!
GIOVANE: Detto così sembra un film macabro: amore e morte insieme!
DANTE: Non scherzarci: lo sai che l’amore, i sentimenti, le emozioni, le passioni, sono forze che possono portati in cielo come i santi o nel baratro della vita? Ma altri incontri sono stati esperienze fortissime. Che sconforto quando ho trovato tra i sodomiti il mio maestro Brunetto Latini, sì ‘“sor Brunetto” il maestro che mi ha avviato alla letteratura: che peccato quando la cultura e la letteratura non riescono
a fornirti anche una prospettiva forte di maturazione nelle relazioni! O pensa anche quando ho visto tra i suicidi Pier delle Vigne: pensa a quali gesti orrendi può portare la maldicenza da una parte (ti ricordi che ingiustamente viene accusato di tradimento) e il basare la propria vita solo sul successo (professionale o politico), al punto che se poi questo manca, si arriva suicidio! E io che sono stato in esilio ingiustamente per venti anni!
Ma devo ricordarti anche l’incontro con Ulisse: che racconto, il suo! Quando convince i suoi compagni a compiere l’ultima sfida, andare oltre le colonne d’Ercole per perlustrare il mondo sconosciuto, con quel suo famoso discorso: “fatti non fuste a viver come bruti, ma a seguire virtute e canoscenza..”. Che sete di sapere, quella di Ulisse, e come descrive bene proprio l’essenza dell’uomo fatto per conoscere cose sempre nuove.. ma anche la conoscenza umana, questo è il messaggio, che ho raccolto da questo incontro, deve essere sempre guidata dalla Grazia, deve avere un fine più alto che la conoscenza per la conoscenza. Capito? Non basta andare bene a scuola e sapere tutto, se anche la cultura non serve per fare il percorso che Dio assegna a ciascuno e a salvarci tutti insieme! Ma non posso poi non ricordare anche Catone all’inizio del Purgatorio: un suicida, capisci?
GIOVANE: Scusa Dante, questa non la capisco: ma come, mi hai ricordato la fine orrenda del suicida Pier delle Vigne, e ora ricordi un altro suicida come Catone?
DANTE: Sì, il discorso sarebbe lungo, ma vado al sodo. Ebbene, che cosa c’è di più caro che la propria vita? Niente! Eppure quest’uomo ha messo al primo posto la propria libertà dalla tirannide che pensava stesse per compiersi con la vittoria di Cesare.
Esagerato, forse! Da non imitare, certo! Ma pensa al desiderio di essere libero fino al punto di mettere in discussione la sua vita. E noi, forse, oggi perdiamo la libertà solo per il conformismo o il consumismo .. o per la quiete!
GIOVANE: Una domanda, visto che la nostra attesa è finita: tu sei credente, vero? Ed eri allora un uomo di Chiesa, anche se – diciamo – con qualche problema con il Papa Bonifacio VIII, giusto? Ed hai continuato ad andare comunque in Chiesa?
DANTE: Lo scopo del mio viaggio, ricordalo, era salvarmi e veder Dio; e ricorda anche il mio sforzo titanico nel cercare di distinguere, proprio alla fine del viaggio in Paradiso, il volto di Cristo nel cerchio della Trinità. Senza la Grazia non ce l’avrei fatta, ma che bello essermi perso poi nell’Amore di Dio e nella sua armonia universale! Vedi, la Chiesa è stata donata agli uomini per accompagnarci in questo viaggio verso Dio. Certo, a volte è opaca o i suoi uomini non solo all’altezza del suo compito ma Dio sa comunque donarle -la Grazia – e guide, riformatori, santi che costantemente la rinnovano: pensa a San Francesco e San Domenico. Ma pensa che tutto il mondo ha bisogno di rinnovarsi: per cos’altro ho parlato del “Cinquecento diece e cinque”, ricordi? Un riformatore più forte di tutta la corruzione che c’è nel mondo. Ecco, nel mio Viaggio ho capito che Dio non abbandona mai la sua creatura: il mondo, l’uomo e la chiesa: se grandi sono le loro fragilità e i loro limiti tanto più grandi sono i Suoi doni!